Soldi & sanità: i milioni versati in Sicilia dal colosso del farmaco |NOMI E CIFRE
Il Sicilia.it – 6 marzo 2019 – di Davide Maniscalco
È un’emorragia di denaro da più di due milioni di euro quella che avrebbe inondato la sanità siciliana tra il 2015 e il 2017. Ad erogarli sarebbe stata la Pfizer, una delle grandi case farmaceutiche produttrici di vaccini, conosciuta dal grande pubblico perché è stata la prima a commercializzare il Viagra, la pillola blu della virilità maschile. Università, Fondazioni, presidenti degli Ordini dei medici, centri di formazione, agenzie di viaggi, primari e una serqua di medici: sono i soggetti portatori di interessi pubblici e privati che avrebbero beneficiato dei trasferimenti.
Finanziamenti che si andrebbero a sommare ai quelli elargiti, sempre nello stesso periodo, da un altro colosso del farmaco di cui si è già occupato ilSicilia.it in una precedente inchiesta: la GlaxoSmithKline.
Soltanto gli “importi aggregati” corrispondono, per tutta l’Italia, a 32.166.785 euro cui si deve, quindi, aggiungere il totale delle singole voci. Nel 2016, “l’aggregato” relativo alla ricerca e allo sviluppo ammonta a 16.024.695,11 euro. Tutto è contenuto nella rendicontazione che si può scaricare in fondo alla pagina.
I “giustificativi” fanno riferimento alla “quota d’iscrizione” e a “viaggi e ospitalità”. Si suppone si faccia riferimento a corsi e convegni e così si intuisce perché, ad esempio a Palermo, compare una nota agenzia di viaggi che tra il 2015 e il 2017 avrebbe ricevuto svariate decine di migliaia di euro.
Qui si pone un ulteriore problema di trasparenza: le somme trasferite dalla Pfizer direttamente ai tour operator non vanno soltanto a chi organizza i viaggi ma anche ai medici, sotto forma di rimborso per le spese da affrontare. Il passaggio di soldi tra l’agenzia e il professionista, però, non è soggetto ad obbligo di tracciabilità.
IL DATO SICILIANO. Occorre una premessa, sia ben inteso che chi decide di donare, o sovvenzionare, non commette alcun reato così come chi riceve. In questo caso, però, occorre chiedersi se ciò che è permesso sia sempre del tutto lecito. E se è opportuno accettare prebende e sinecure da chi produce farmaci e poi magari trovarsi a dover decidere su vaccini e terapie. Reato no ma, forse, conflitto di interessi sì.
Nel 2017, in Sicilia, sono arrivati 601.075,3 euro di cui 314.021,41 solo a Palermo, per un totale di 179 destinatari di cui 68 nel capoluogo. Nelle liste in basso, si può leggere di tutto: Società Srl, Spa, Atenei. Sarebbero arrivati finanziamenti al Gruppo oncologico dell’Italia meridionale (39.500 E), a una farmacia catanese (27.500 E), all’Università di Palermo (60.393 E), al Policlinico “Martino” di Messina (15.000 E). Poi si continua con il “Vittorio Emanuele” di Catania (16.799, 50 E), l’Asp di Enna (10.000 E).
Nel 2016, la pioggia di euro ammonta a 737.172,16, di cui ben 422.146,31 a Palermo, per un totale di 211 destinatari di cui 91 nel capoluogo. A Palermo, tra i nominativi troviamo una onlus che compare anche nella rendicontazione della Glaxo, al momento non è stato possibile risalire ai responsabili. Poi: Utifarma (1.500 E), gli ospedali Villa Sofia – Cervello (32.613 E), Civico (7.613 E), Buccheri La Ferla (10.000 E), il Policlinico “Paolo Giaccone” (7.613 E), il Gruppo oncologico dell’Italia meridionale (48.000 E), l’Università degli Studi (48.392, 01 E), il direttore dell’Unità operativa di Oncologia medica dell’ospedale “Villa Sofia – Cervello” (4886,11 E).
A Trapani, la Società mediterranea di Medicina dello Sport (750 E), il direttore dell’Unità operativa di Endocrinologia del Policlinico “Martino” di Messina (9001,27 E), l’ospedale “Garibaldi” di Catania (47.000 E), l’Asp di Ragusa (25.000 E), il Policlinico “Vittorio Emanuele di Catania (10.000 E), ancora l’ospedale “Papardo” di Messina (8.241 E), l’Università di Messina (35.000 E), l’Università di Palermo (48.392, 01 E).
Nel 2015, invece sono stati 751.296,72 gli euro che hanno preso il traghetto in direzione dell’Isola, di questi 447.534, 78 sono approdati a Palermo, per un totale di 206 soggetti tra persone fisiche e giuridiche.
Nel capoluogo, oltre alla solita onlus già presente nella rendicontazione 2016 e 2017 (21.928 E), la nota agenzia di viaggi (28.300 E) che viene registrata alla voce “organizzazioni sanitarie”. Ancora una volta l’Università degli studi con 126.802,01 euro che, secondo i dati, concluderebbe il triennio con un totale di 235.587,02 euro.
Sempre nel 2015, nelle voci relative a Messina, compare anche Salvatore Cuzzocrea, dal 2018 Rettore dell’Università di Messina, che avrebbe percepito 5.000 euro; l’Ordine dei medici (1.500 E), l’Università degli Studi (12.000 E).
A Trapani, compare di nuovo la Società mediterranea Medicina dello Sport (4.000 E) e a Enna, il direttore dell’Asp , Emanuele Cassarà (396,08 E).
Il caso vuole che proprio ieri, 5 marzo, l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, abbia emanato una direttiva per la trasparenza dei rapporti tra operatori sanitari e case farmaceutiche.
Il punto centrale del documento è però distante da quello delle rendicontazioni Glaxo, Pfizer e relativi presunti beneficiari, per cui, eventualmente, si configurerebbe “solo” un conflitto di interessi. Ad ogni modo, rappresenta già un grande passo in avanti in attesa di una legge nazionale che regoli il settore.
Tornando ai registri contabili, salta subito all’occhio che si tratta di versamenti eterogenei: le somme partono da “mancette” da 45 euro e arrivano spesso a “milaeuro” e dispari. Il fatto che le voci siano soltanto due e che sotto a quella “consulenze” non venga mai rendicontato nulla non spiega in pieno come siano possibili dei rimborsi così sostanziosi.
There GlaxoSmithKline, dunque, non sarebbe stata la sola casa farmaceutica a versare contributi alla sanità siciliana e nazionale, e a questa si aggiungerebbe ora la Pfizer. Sembra infatti che possano essercene ancora altre e che il profluvio di denaro riesca a transitare attraverso la cruna dell’ago di un vuoto normativo.
Scarica i dati in basso con le province siciliane evidenziate in giallo:
Editor's note: Lo “scoop” del giornale siciliano è sullo “scandalo” dei trasferimenti di valore da aziende farmaceutiche a medici e strutture. Trasferimenti trasparenti perfettamente legali e di dominio pubblico, ma comunque da additare al pubblico ludibrio. Guarda caso, viene associato alla direttiva Razza sugli ISF.
E’ bene precisare che questi trasferimenti di valore legali, pubblicati dalle stesse aziende, non passano dagli ISF, ma da altre figure, di cui il giornale e l’assessore Razza probabilmente non conosce nemmeno l’esistenza, all’interno della struttura commerciale, e che sono responsabili dei “grandi clienti” e che hanno il compito di gestire le trattative di negoziazione tra questi e la propria azienda, elaborando strategie in grado di
Con la regolamentazione giuridica della figura dell’ISF operata dal Decreto Legislativo 219/06 (art. 119 e seg.) si chiarisce esplicitamente che l’ISF non può essere considerato un venditore avendo il compito di informare il medico sulle caratteristiche del farmaco che rappresenta, oltre ad un’altra serie di compiti che nulla hanno a che fare con la commercializzazione e la vendita. Infatti, dice la legge, l’ISF deve dipendere dal Servizio Scientifico che a sua volta deve essere distinto e indipendente dalla Direzione Marketing o Vendite. Il trasferimento di valore che può fare l’ISF è un cosiddetto gadget rappresentato da oggetti di scarso valore come penne di plastica o bloc notes.
Purtroppo vengono indicati come ISF altri professionisti che nulla hanno a che fare con l’informazione scientifica del farmaco e che quindi non sono obbligati a osservare il D.Lgs. 219/06, come i rappresentanti di dispositivi, latti per neonati, dermocosmetici, ecc.
In linea di principio non siamo contrari ad una regolamentazione dell’attività d’informazione scientifica purché non sia punitiva e con l’intento di bloccarne l’attività, ma che possa conciliare sia le esigenze lavorative degli ISF sia le esigenze delle varie aziende sanitarie o ospedalierer, non dimenticando che le linee guida della Conferenza delle Regioni dicono che il lavoro degli ISF “va assicurato e agevolato“. La nostra è una professione già regolamentata per legge ed eventuali regolamentazioni non possono certo contraddire la legge nazionale e si auspica che non producano ricadute negative sull’occupazione.
Per fare questo però occorre sapere di cosa si sta parlando. Il giornale siciliano e, soprattutto, l’assessore Razza sembrano all’oscuro sulla vera natura dell’ISF e rischiano di sbagliare l’obiettivo, colpendo chi non rappresenta un vero pericolo e lasciando piena libertà d’azione ad altre figure professionali più a “rischio”.