SIGMA TAU, L’IPOTESI DI ACCORDO NON PIACE AI CASSA INTEGRATI
Tra entusiasmi e malumori: così il giorno dopo l’ipotesi di accordo tra la Sigma Tau e le sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem e Uil. Ma i lavoratori, dopo un primo momento in cui hanno pensato che finalmente i loro problemi potessero essere risolti, hanno fatto altre considerazioni. “Non capiamo perché certi giornali abbiano fatto i titoloni scrivendo che i 569 dipendenti erano tutti salvi: questo accordo sembra una grossa presa in giro, soprattutto nei confronti di chi è rimasto fuori ai cancelli dell’azienda per 40 giorni a rappresentare la sua protesta contro la cassa integrazione”. Questa è la voce dei lavoratori Sigma Tau. Nel corso dell’assemblea di questa mattina la risposta data alle RSU non è certo stata compatta né entusiasmante. Al contrario, sono stati sollevati dubbi e perplessità sulle ipotetiche concessioni fatte dalla proprietà dell’azienda. La votazione attesa non c’è stata e l’assemblea è stata aggiornata lunedì, con il presidio ancora attivo. “Il piano industriale, che sarebbe dovuto essere stato già discusso, non verrà presentato prima di ottobre – hanno spiegato questa mattina i dipendenti in presidio davanti allo stabilimento – senza contare che non è stata fatta alcuna chiarezza sulle procedure di mobilità. Non si è parlato di cifre né di eventuali vantaggi: questo significa che potrebbero mandarci in mobilità con mille euro?”. Altro tasto dolente la CGIS. “A tutt’oggi la Regione Lazio non ha riconosciuto la cassa integrazione per la Sigma Tau. E, a fronte di tutti gli elementi emersi negli ultimi giorni, c’è la seria possibilità che non venga concessa, almeno così come richiesta. Se così fosse, cosa succederà a tutti coloro che sono stati sospesi dal lavoro? Nessuna garanzia è stata data per il futuro: chi è fuori resta fuori, nonostante si parli di rotazione, quindi perché dire che i 569 dipendenti erano salvi? Forse l’unica a guadagnare da questo accordo è proprio l’azienda, ormai stremata dal blocco che stiamo attuando. Ma cedere adesso sarebbe un errore gravissimo: non sono certo i 350 euro di integrazione salariale, soldi peraltro presi dal nostro TFR, che risolvono i nostri problemi”. “Deve essere chiaro – ribadisce un impiegato –che la Sigma Tau è un’azienda sana, non in crisi. Altrimenti come si spiega l’acquisto della Ezon Pharmaceuticals da parte di Sigma Tau Finanziaria per 218 milioni di euro? Lo chiediamo al Ministro Corrado Passera: chi più di lui, ex banchiere di Banca Intesa, che ha il 5% della Sigma Tau Finanziaria, può conoscere i reali conti dell’azienda?”. Per assurdo, l’unico effetto ottenuto dall’ipotesi di accordo è una certa divisione tra i lavoratori. C’è chi afferma che meglio questo che niente, e chi invece sostiene che di tutte le richieste fatte nemmeno una è stata accolta. Sarà quindi decisivo il week end, durante il quale i dipendenti dovranno pensare bene se lunedì, nel corso dell’assemblea, dovranno votare sì o no.
February 24, 2012