Written by Director on November 12, 2012.
Lavoratori in cassa integrazione contro i rappresentanti sindacali interni all’azienda. E’ questo il quadro che si delinea a margine della vertenza che vede centinaia di dipendenti della Sigma Tau rischiare il posto, dopo la presentazione del piano industriale da parte dell’azienda farmaceutica pometina a fine ottobre.
La rottura definitiva è di questi giorni: l’8 novembre il “Comitato per la tutela della rete IMS Sigma-Tau”, che riunisce quasi tutti i dipendenti in CGIS ha inviato una diffida alla Sigma Tau ed alla RSU aziendale, oltre che alle segreterie nazionali di tutti i sindacati di categoria ed al Ministero del Lavoro ed all’Unione Industriali, attraverso la quale si contesta l’illegittimità della rappresentanza sindacale, in quanto decaduta da tre anni e non rieletta come da norme vigenti. Ma la diffida lancia accuse pesantissime sia all’azienda che alla RSU, basandosi sui numeri forniti in merito alla mobilità prevista dalla Sigma Tau. “Facciamo seguito alla precedente diffida rimasta senza risposta – si legge nel documento – in relazione al “comunicato RSU 06/11/2012”, per diffidare quei signori che continuano ad autoproclamarsi “RSU” dal dare seguito all’ennesimo impudente balletto, purtroppo già visto, che si accingono ad inscenare con la direzione aziendale, destinato a culminare con un nuovo accordo-farsa, da sottoporre poi a ratifica coatta da parte dell’assemblea, in modo che i “salvi” votino contro gli “spacciati”, e cioè proprio contro quei lavoratori che manterrebbero assurdamente l’attuale condizione di cassintegrati senza rotazione”. “Signori della RSU – proseguono ironicamente i firmatari – non potete non sapere che è clamorosamente illegittimo quanto l’Azienda ha asserito di apprestarsi a fare, e che viene riportato supinamente nel citato comunicato, e cioè che la procedura di mobilità riguarderebbe 378 dipendenti, di cui 232 già in CIGS. La procedura di mobilità potrà e/o dovrà, eventualmente, riguardare tutti i dipendenti del complesso aziendale, come imposto dall’art. 5, l. n. 223 del 1991. E’ sin troppo evidente il gioco delle parti, considerando che questa pseudo-RSU spaccerà come una vittoria sindacale l’aver “convinto” l’Azienda a fare ciò che essa ha già deciso di fare, e che opportunamente è stato già concordato: cioè rinunciare ai propositi di mobilità e continuare a mantenere sospesi in cassintegrazione senza rotazione i lavoratori (superstiti) ch