Sicily. Health in times of crisis: restricted prescriptions and patients in difficulty
Fedaisf editorial staff
Succede, per esempio, che i medici di famiglia da quando è entrata a regime la cosiddetta “appropriatezza delle prescrizioni”, sono sostanzialmente terrorizzati dalle conseguenze che un accertamento e il riscontro di una eventuale “inappropriatezza”, potrebbero provocare.
Il rischio di finire sotto la tagliola dei controlli e delle verifiche per farmaci prescritti o accertamenti diagnostici giudicati non appropriati, c’è sempre e in Sicilia, appunto, ha di fatto spinto molti medici a ridurre al minimo le prescrizioni. Ma perché? Dice ancora Gibiino: «Perché chi viene accusato di avere sbagliato viene tartassato con ingiunzioni, sanzioni economiche pesantissime, con accertamenti che, spesso, hanno colpito l’intera categoria quasi come con una rappresaglia indiscriminata anche quando si partiva dall’accertamento di presunte inappropriatezze soltanto di qualche medico. Questo suggerisce a molti medici, appunto, di limitarsi nelle prescrizioni». Eppure se la legge dice che puoi prescrivere un’analisi per il colesterelo ogni cinque anni, lo saprà, dall’altra parte bene il medico se un paziente necessita di una verifica di laboratorio in tempi più ridotti. E, però, se prescrive rischia. Ma c’è di più. C’è che anche sui farmaci la stretta colpisce i malati. Anche quando servirebbero e anche tanto. Esempi? Esempi ce ne sono tanti, basta ricoleggarsi alla cronaca degli ultimi mesi.
La sentenza del Tar LazioLa limitazione (o, comunque, il condizionamento) della libertà del medico di scegliere il farmaco da prescrivere al proprio paziente è un aspetto che incide sul diritto alla salute riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione. (TAR del Lazio Sentenza N. 14044/2015)