Si spacciava per il signor Menarini proprietario dell’azienda farmaceutica per truffare. A processo

Il finto miliardario si presentava come un importante uomo d’affari. Si circondava di falsi esponenti della Firenze bene, viaggiava su auto di lusso con tanto di autista. Orologi di pregio ben in vista e meeting all’Hotel Bulgari di Milano.

Messinscene da film, ostentando ricchezze inesistenti attirava imprenditori facoltosi, ignari del fatto che dietro a quell’estetica dorata si celasse in realtà un vero e proprio mago della truffa. Quando si presentava diceva: “Mi chiamo Riccardo Menarini e sono proprietario della casa farmaceutica Menarini group”, e il gioco era fatto.

Lui è Roberto Meocci, anni 56, da tempo noto alle Forze dell’Ordine. Non un truffatore da quattro soldi, Meocci ‘vanta un curriculum di tutto rispetto’. Alle spalle ha trent’anni di imbrogli, venti precedenti penali per reati contro il patrimonio (è specializzato in truffe) ma anche appropriazione indebita, estorsione, falso, sostituzione di persona, millantato credito, frode. E i sette anni di sorveglianza speciale a cui è stato sottoposto nel 2012 e nel 2015.

A seguito delle denunce presentate da alcune delle vittime sono scattate le indagini che hanno appurato come Meocci si presentasse come il “cugino degli Aleotti” (i veri proprietari della multinazionale farmaceutica), spiegando anche di spendere 11mila euro al mese per tutelare la sua privacy. (fonte Free.it).si è presentato con i travestimenti più vari: figlioccio di Andreotti, amico intimo di Licio Gelli, nipote di Massimo Moratti, fidanzato di una principessa del Bahrein. Ultimamente, i suoi panni preferiti sono quelli dell’avvocato Riccardo Menarini dell’omonima casa farmaceutica fiorentina.

Si era spacciato anche nelle vesti di direttore di Banca d’Italia, mentre è ormai lontano (2011) il ricordo di quando, secondo i pm fiorentini, avrebbe truffato anche la ‘ndrangheta, che gliela ha giurata per anni, nel 1997 si era spacciato per il nipote di Massimo Moratti.

E il cumulo di pena per Meocci potrebbe diventare ancora più rotondo visto che ieri, in tribunale a Firenze, davanti al collegio presieduto dal giudice è cominciato il dibattimento che vede il noto pregiudicato al centro di una presunta associazione per delinquere che, da Firenze a Milano, avrebbe mietuto diverse vittime.

Presentandosi come “Riccardo Menarini“, membro della famiglia della nota casa farmaceutica fiorentina (che, dopo aver sporto denuncia nei confronti di Meocci si è costituita parte civile con l’avvocato Massimiliano Manzo) avrebbe proposto progetti e investimenti anche spendendo il nome della holding.

Per rendersi credibile, il re dei truffatori sfoggiava orologi extralusso (Rolex), vestiti griffati, si muoveva con una Bentley bianca con autista e un codazzo di persone intorno – finite a processo assieme a lui – che gli “reggevano il gioco“ e lo facevano sembrare davvero una persona con agganci ed entrature.
Per questi fatti, Meocci (che oggi sta scontando nel carcere di Pisa le condanne diventate intanto definitive) è stato arrestato nel 2022. Una delle vittime è la titolare di una ditta specializzata nella vendita di prodotti per cani e cavalli (dall’abbigliamento agli accessori fino allo shampoo), che in totale ha versato 77mila euro su un conto intestato alla complice di Meocci.
In questo processo ci sono anche altre due vittime: un acquirente di una partita da 37mila euro di orologi preziosi, e un imprenditore convinto a investire nel mercato petrolifero.

 

Exit mobile version