Healthcare. Spending cut? With the help of the psychologist
Fedaisf editorial staff
La presenza di uno psicologo negli studi medici ha consentito una riduzione dei costi di circa il 15% in un anno, con solo riferimento alla spesa farmaceutica, escludendo cioè quella su ricoveri, visite ed esami strumentali.
ROMA – Il Ministero della Salute segnala che tante richieste di prestazioni sanitarie sono ingiustificate. Italiani ipocondriaci? Forse… Secondo gli psicologi, la metà dei bisogni di cura nasconde un disagio esistenziale.
“La questione della riduzione dei costi del comparto sanitario è materia delicata, che investe direttamente la qualità della vita delle persone e va affrontata con estrema cautela. Esistono però dei margini di intervento e gli psicologi, come dimostrano numerosi studi e ricerche, possono ricoprire da questo punto di vista un ruolo importante”. A dirlo è Nicola Piccinini, presidente dell’Ordine degli psicologi del Lazio (Opla), commentando le parole del ministro Lorenzin, intervistata oggi dal quotidiano ‘Il Messaggero’. “Secondo autorevoli lavori scientifici- prosegue Piccinini-almeno il 50% delle richieste che pervengono al medico di medicina generale esprimono un disagio di tipo relazionale/esistenziale. La presenza di uno psicologo, in questo caso, consente di indirizzare l’individuo verso la soluzione terapica più idonea e, secondariamente, di evitare spese inutili per lo Stato, connesse al ricorso improprio alla diagnostica strumentale o alla terapia farmacologica”.
Ad approfondire questa considerazione con ulteriori dati è Luigi Solano, docente presso la Scuola di specializzazione in Psicologia della Salute, dipartimento di Psicologia dinamica e clinica dell’Università Sapienza di Roma, che negli ultimi 15 anni ha coordinato l’inserimento di uno psicologo per un periodo di 3 anni in 20 studi medici. “Ogni forma di disagio portato al medico di Medicina Generale- spiega Solano- può trovare migliore soluzione se, oltre ad essere considerato in termini biologici, viene inquadrato nel contesto relazionale e nel ciclo di vita del paziente. Questo tipo di approccio, tra l’altro, si traduce in una significativa riduzione della spesa sanitaria. In una recente valutazione condotta all’interno di 2 tra i 20 studi medici che hanno partecipato alla mia sperimentazione, la presenza di uno psicologo ha consentito una riduzione dei costi di circa il 15% in un anno, con solo riferimento alla spesa farmaceutica, escludendo cioè quella su ricoveri, visite ed esami strumentali. Va poi considerato che il disagio psicosociale che giunge allo studio del medico di medicina generale è spesso allo stato nascente, o comunque è la prima volta che viene formulata una richiesta d’aiuto. Un intervento tempestivo e appropriato- conclude Solano- può evitare che la situazione degeneri e che dunque il trattamento terapeutico, e con esso le spese a carico della collettività, si protraggano per anni “.