Tra i farmacisti di parafarmacia il ddl Gasparri-Tomassini (nella foto Maurizio Gasparri e Antonio Tomassini) sembra riscuotere soprattutto critiche. «Il ddl 863 è una spada di Damocle sulle teste di tutti noi» è per esempio il giudizio di Marco Esposito, presidente della Fef «questo disegno spinge le parafarmacie verso la chiusura. L’idea di farci distribuire farmaci "starter" non sta in piedi, sono "antieconomici" per chi li dovrebbe acquistare il pubblico e per chi li dovrebbe produrre. Porterebbe alla rovina migliaia di farmacisti dopo gli investimenti che hanno affrontato per aprire. Crescerebbe la disoccupazione e lo Stato rimarrebbe senza gli introiti fiscali garantiti dalle nostre aziende». Esposito è severo anche nei confronti della Fofi: «Ormai non ci sentiamo più rappresentati. È inconcepibile che l’Ordine condivida una legge che autorizza la vendita di farmaci senza la presenza del farmacista». Sulla stessa lunghezza d’onda sembra Alessandro Mazzacca presidente di Essere farmacisti. «Così com’è concepito, il ddl 863 non aiuta, ma danneggia. Anche se si ottenesse un ulteriore "switch" dalla fascia C alla fascia Sop di qualche specialità, non basterebbe a risollevare le sorti delle parafarmacie. Per questo chiediamo che nel riordino sia previsto un concorso per sedi riservate ai titolari di parafarmacie e titolari di farmacie rurali. Una richiesta che tempo addietro presentammo alla Fofi, ma purtroppo non venne accettata».
Farmacista33 – 22 novembre 2010