Puglia. Booming prescriptions of antibiotics, healthcare spending in haywire

Assessorato: ispezione in tutta la regione per ottenere l’elenco dei prescrittori e valutare l’appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche, di emoderivati e protesi. L’obiettivo è cominciare a porre un argine alla spesa ospedaliera, sul modello di quanto già effettuato dallo scorso anno sulla spesa territoriale.

Nel primo trimestre sforamento di 140 milioni. L’assessore avvia un’ispezione in tutta la regione

di ANTONELLO CASSANO – 14 settembre 2014 – R.it Bari

Una Puglia drogata di medicine, che abusa in particolar modo di antibiotici. Il clima mediterraneo che regala temperature tutto sommato miti anche in pieno inverno non basta a far passare ai medici pugliesi, sia territoriali che ospedalieri, la voglia di prescrivere farmaci. Nel primo trimestre 2014 nella nostra regione è triplicata la prescrizione di antibiotici rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre da gennaio a giugno 2014 la Puglia è già maglia nera in Italia, registrando uno scostamento di 140 milioni di euro rispetto al limite di spesa territoriale e ospedaliera previsto dal governo. Sono gli ultimi dati dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, che segnalano ancora una volta un ritardo storico della Puglia su cui ora la Regione vuole mettere mano. “Un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare” lo definisce l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, che ha deciso di avviare un’ispezione in tutta la regione. L’assessorato ha inviato a tutte le Asl una richiesta per ottenere l’elenco dei prescrittori e valutare l’appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche, di emoderivati e protesi. L’obiettivo è cominciare a porre un argine alla spesa ospedaliera, sul modello di quanto già effettuato dallo scorso anno sulla spesa territoriale.

Per comprendere meglio la gravità del fenomeno è utile rivedere i dati del 2013. Il tetto per la spesa farmaceutica previsto dal governo è pari al 14,85 per cento delle risorse assegnate a ogni regione dal fondo sanitario nazionale. Un limite che la Puglia ha sforato più di tutte le altre regioni, attestandosi attorno al 17,9 per cento. Uno scostamento che vale quasi 220 milioni di euro. Dei 7 miliardi ottenuti dalla Puglia per la spesa sanitaria, 1 miliardo e 53 milioni erano destinati alla farmaceutica. A fine anno la spesa complessiva si aggirava attorno a 1 miliardo e 270 milioni di euro. Il peggior risultato a livello nazionale, secondo solo a quello della Sardegna. Un abuso di farmaci e prescrizioni, quello pugliese, riscontrabile anche nel numero di ricette, passate da 43 milioni e 700mila del 2012 a 45 milioni e 200mila del 2013.

Ma a preoccupare maggiormente è il capitolo che riguarda gli antibiotici. Nel 2013 in Puglia l’incidenza della spesa per questi farmaci sul conto totale è stata 3,6 per cento rispetto all’anno precedente. Nelle regioni virtuose come Umbria, Emilia Romagna e Veneto quella stessa incidenza si è fermata al 2,9 per cento. “Per intenderci –  spiega Vincenzo Pomo, dirigente d’area Salute della Regione –  le regioni virtuose hanno speso 8199 euro ogni mille residenti, pari a circa 9 euro a residente, mentre la Puglia ne ha spesi 15mila 625 euro per mille residenti. Una spesa quasi doppia, non giustificata neanche dalle condizioni climatiche, visto che in Veneto le temperature sono anche più basse rispetto a quelle registrate in Puglia”. Un abuso di farmaci che mette a rischio la salute del pugliesi: “Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità tiene ci tiene sotto osservazione. L’uso eccessivo di antibiotici crea delle resistenze che ne diminuiscono l’efficacia”.

Ora però la Regione vuole capire quali sono le motivazioni di questo uso spregiudicato di farmaci. “Ho chiesto di avere l’elenco dei prescrittori –  chiarisce l’assessore Pentassuglia  –  perché se non ci sono controlli non ci saranno mai dei risparmi. Serve un monitoraggio capillare”. La prossima settimana l’assessore incontrerà i medici di medicina generale per affrontare il tema dell’appropriatezza delle prescrizioni, anche alla luce dei recenti scandali che hanno colpito l’Asl di Bari. Il monitoraggio regionale non si limiterà alla spesa territoriale e punterà anche su quella ospedaliera: “I controlli sono già stabiliti –  spiega ancora Pomo –  ma l’assessorato non è un organo di polizia. Dobbiamo incidere sugli sprechi senza manomettere la qualità, per questo condivideremo il monitoraggio con gli operatori del settore”.

 

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