Ritorno al passato sulla prescrizione per principio attivo introdotta dalla spending review. E giro di vite sulla sostituibilità in farmacia. Dal pacchetto di emendamenti al decreto Balduzzi messo a punto sabato dagli assessori alla Sanità spuntano due proposte che potrebbero far piacere ai medici. Il documento delle Regioni, infatti, chiede di inserire nel decreto un nuovo articolo di quattro commi (numerato 14bis) che di fatto fa tabula rasa delle novità introdotte soltanto un mese fa dalla legge sulla spending review in materia di prescrizione di equivalenti. Con l’emendamento, in sostanza, il medico dovrebbe tornare a scrivere il farmaco sempre per esteso, con il nome commerciale (in caso di branded) o quello dell’azienda produttrice (in caso di generico puro).
Ma l’emendamento delle Regioni sembra venire incontro ai desideri dei prescrittori anche a proposito di sostituibilità. Nell’articolo, infatti, si riconferma per il farmacista l’obbligo di proporre al paziente il prodotto meno caro nel caso in cui in ricetta sia indicato un farmaco dal prezzo superiore a quello di rimborso; tuttavia, quando non ci sono differenze di prezzo il medicinale da dispensare può essere solo quello scelto dal medico e l’eventuale «sostituzione impropria da parte del farmacista comporta l’addebito d’ufficio del medicinale consegnato».
4 settembre 2012 – DoctorNews
Drug regulations: thumbs down from Big Pharma
Big Pharma contro il decreto Balduzzi. Dopo le contestazioni di Farmindustria contro la norma che prevede di indicare in ricetta il principio attivo e quella sulla revisione del prontuario farmaceutico e della legge 648 contenuta nella mini riforma della sanità del Ministero, al coro dei no si aggiungono le aziende farmaceutiche. «Mentre si parla di misure per la crescita, chi investe in questo settore ne può trarre solo un grande segnale d’incertezza, se non un palese invito a uscirne o a ridurre la propria presenza industriale». La critica è avanzata da Luc Debruyne, General manager della multinazionale GlaxoSmithKline, che aggiunge: «Quello allo studio è un provvedimento che penalizza il settore farmaceutico, su cui pesa già il 40% della riduzione del Fondo sanitario nazionale. Malgrado la disponibilità manifestata, è singolare che il nostro settore non sia coinvolto nella discussione visto che le misure per crescita e sostenibilità richiedono analisi e ideazione collegiali che difficilmente possono essere il frutto dello studio, pur rigoroso, di una sola parte sociale». «La revisione non condivisa del Prontuario Farmaceutico e della legge 648 mettono a rischio migliaia di posti di lavoro nel settore e creano pericolose premesse per una grave deregulation prescrittiva e nella dispensazione dei farmaci. Con questo decreto l’Europa si allontana e si vanifica ogni possibilità di crescita del Paese e di lotta alla disoccupazione» è il commento di Maurizio de Cicco, amministratore delegato d Roche. «E’ gravissimo pensare di rivedere in maniera unilaterale e senza alcun confronto le li