Mark Twain era solito dire che un’influenza passa in sette giorni se non si prende nulla, altrimenti passa in una settimana se si prendono delle medicine. Se fosse vivo oggi forse aggiornerebbe il suo motto dicendo che invece prendendo un preparato omeopatico l’influenza passa in più di sei giorni ma meno di otto. Insomma, che non serve a granché. Avrebbe anche sicuramente usato una delle sue fulminanti battute per ricordare che, dopo tutto, la cosa non dovrebbe stupire visto che in un tipico preparato omeopatico molecole di principio attivo proprio non ce ne sono. La diluizione è spesso talmente elevata che di sostanza potenzialmente attiva non ce n’è neanche l’ombra: assumendo il tipico “granulo” stiamo ingerendo solo dell’eccipiente, solitamente zucchero.
Facendo così però il povero Mark Twain correrebbe il rischio, ai giorni nostri, di ricevere una diffida per diffamazione da una multinazionale dell’omeopatia, come la Boiron. A quanto pare dire la verità scientifica non si può se questa “appanna” l’immagine di una multinazionale e dei suoi prodotti.
È quanto accaduto a Samuele Riva, un ingegnere informatico che on his blog a luglio ha scritto due articoli sull’omeopatia, raccontandone le basi e distinguendola da altre terapie “alternative” come la cura con le erbe. L’omeopatia infatti viene spesso confusa da molti con la fitoterapia: l’utilizzo di estratti e preparati vegetali per la cura di particolari malattie. Secondo i seguaci dell’omeopatia invece un preparato omeopatico è tanto più potente quanto più viene diluito. La diluizione viene indicata sulle confezioni con simboli come 12C o 30C. Anche uno studente del liceo è in grado di calcolare, in base alle leggi della chimica, che una preparazione 12C o a valori più elevati non contiene praticamente più nessuna molecola attiva: è solo zucchero.
Niente di nuovo sotto il sole. Che l’omeopatia non abbia basi scientifiche e che nei suoi preparati non ci sia praticamente nulla è cosa nota. Questo non impedisce però a milioni di persone in tutto il mondo, Italia compresa, di acquistare, soddisfatti, questi preparati (non si dovrebbero chiamare “farmaci” perché non lo sono) spesso prescritti anche da medici e farmacisti laureati. L’attendibilità scientifica di una disciplina però non si misura con il numero di “credenti” (medici inclusi): milioni di persone credono all’astrologia, all&r