L’invito è a «guardarsi da atteggiamenti puramente conservativi e difensivi dell’esistente» e nasce dalla considerazione che «la salvaguardia del servizio sanitario nazionale è compatibile anche in prospettiva di una maggiore selezione e riduzione della spesa pubblica, a patto che ci sia la ricerca di soluzioni razionalizzatrici e innovative». Le parole non sono, come ci si aspetterebbe, del ministro della Salute, Renato Balduzzi (foto), ma arrivano niente meno che da Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, che invita anche a guardarsi da «critiche distruttive e giudizi sommari» perché «dobbiamo guardare avanti, dobbiamo guardare lontano e saper utilizzare al meglio le risorse che sono della collettività e dei cittadini». Parole subito riprese da Renato Balduzzi, quasi a dare man forte agli ultimi provvedimenti adottati: «Il presidente della Repubblica non ha mai mancato di far sentire vicinanza al Governo e al ministro della Salute per far concorrere la sanità alla revisione della spesa mantenendo garanzie dei diritti e invarianza di prestazioni». Insomma, per Balduzzi, è stata confermata la «dinamicità del Ssn», ma «per poterci rimanere» rincara la dose «occorre una manutenzione straordinaria, una trasformazione strutturale». Come quella del taglio dei posti letto negli ospedali di cui si sta discutendo proprio in questi giorni – in settimana il regolamento del Ministero che fissa i parametri quali-quantitativi per realizzare quanto previsto dalla Spending review dovrebbe essere esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni per l’approvazione. Trentamila letti in men o, ha riportato il Corriere in un articolo di giovedì, 7.389 ha corretto il ministro in una lettera al direttore del quotidiano il giorno dopo. In attesa di capire quale sarà la cifra che più si avvicina alla realtà, Balduzzi ci tiene a specificare che «non si tratta di tagli lineari, come qualcuno si affretta continuamente a dire, ma di una ristrutturazione, di una riconversione dell’offerta assistenziale in modo che essa sia più rispondente alle necessità e al bisogno di salute degli italiani». Diminuire i posti letto per acuti, prosegue Balduzzi, «non significa ridurre i servizi ma organizzare meglio l’assistenza sanitaria, circoscrivendo la presenza in ospedale ai soli casi e giorni necessari. In alcune Regioni diminuiranno i posti letto per acuti ma aumenteranno quelli che servono alle cure riabilitative dopo la fase acuta della malattia». Inoltre, si tratta di «arrivare in tempi certi alla riorganizzazione complessiva dell’assistenza, potenziando soprattutto i servizi della salute sul territorio. Il riassetto della rete ospedaliera deve essere visto in questa prospettiva».
12 novembre 2012 – DoctorNews