Una crisi del lavoro che miete vittime nel più assoluto silenzio. Marvecspharma Services, società milanese di produzione, distribuzione e commercio di prodotti farmaceutici. Oltre cinquecento lavoratori senza stipendio da 10 mesi. Di questi, una decina anche nel viterbese. Senza nemmeno contributi e quota assicurativa. E pare anche vi siano “irregolarità” nei versamenti all’Inps. Il tutto, nell’oblio più completo. Senza che si accenda nemmeno un riflettore. Nonostante che una trentina di loro stiano facendo uno sciopero della sete sotto il Tribunale di Milano. Da oltre una settimana. E si è già registrato un ricovero d’urgenza, sembra per una crisi cardiaca. Nel frattempo – notizia di ieri sera – i giudici milanesi hanno dichiarato il fallimento della Marvecspharma mettendo la parola fine su tutti i rapporti di lavoro ancora in essere.
“Siamo alcuni dei 577 informatori farmaceutici dipendenti di marvecspharma services. Contro la nostra volontà – scrivono in una lettera i lavoratori – perché approdati a questa azienda, durante gli ultimi 5 anni, grazie alle cessioni di ramo e alle dimissioni “spintanee” (cioè obbligate ndr) che le Big Pharma come Pfizer, AstraZeneca, Altana, Bayer, Pharmacia, Searle, GSK, ecc…hanno fatto sulla nostra pelle. Grazie a queste operazioni di mera mercificazione umana, ci hanno fatto raggiungere una punta di 1200 informatori nel 2007”. Ma oggi – spiegano – “dopo 3 ondate di cassa integrazione e mobilità, siamo rimasti in forza in circa 200, vessati e “mobbati”, più 377 in cassa integrazione. Non ci vengono pagati gli stipendi da 10 mesi, i contributi per il fondo pensionistico integrativo non vengono versati dal giugno 2008, così come la quota assicurativa e i contributi ai fondi FASCHIM e FIPREM che invece ci vengono detratti dallo statino. Risultano poi irregolarità nei versamenti INPS. E il debito con l’ente ammonta a circa 18 milioni di euro con tanto di istanza di fallimento presso lo stesso”. E se ciò non bastasse “i rimborsi spese quali pasti, parcheggi, pedaggi e quant’altro, da settembre del 2009 non ci vengono dati. Per non parlare del conguaglio IRPEF e dei nostri TFR. Di cui pare non ci sia più traccia, dal momento che chi si è licenziato si vede costretto a fare decreti ingiuntivi per tentare di recuperare il credito”.
Un dramma del lavoro che finisce qui? Nient’affatto. “E’ venuto fuori solo da qualche giorno – spiegano ancora i lavoratori – che nonostante siano stati messi in cassa integrazione 377 informatori, la stessa non è stata mai accettata dall’ente preposto. Quindi attualmente il lavoratore non sa che cos’è. È un dipendente? Un lavoratore a nero? Un cassaintegrato? È in mobilità?” Insomma, il limbo più completo. Solo a Viterbo, circa una decina gli informatori toccati da questa situazione. Lavoratori che si vanno ad aggiungere ad altre 30 persone della Tuscia uscite da questo settore nel corso degli ultimi 3 anni. In Italia, invece, i dipendenti del mondo del farmaco licenziati sono in tutto 12mila. Per tornare alla Marvecspharma, va aggiunto che fino al 23 dicembre i farmaceutici della società avrebbero “anticipato i soldi necessari alla nostra attività”. Perché “se non avessimo lavorato ci sarebbe stato il licenziamento per giusta causa”. Ad occuparsi della vicenda, anche il Tribunal