Martedì mattina si è tenuto all’Ospedale un incontro fra rappresentanti di Farmindustria e la dirigente servizio Farmacia e governo clinico del farmaco dell’Ospedale, Alessandra Zanardi.
Un confronto a tratti con toni duri, durante il quale si è cercato di chiarire gli aspetti più controversi, tenendo conto che nella partita c’è un terzo interlocutore, la Regione.
Anche per i medici le nuove regole sarebbero troppo restrittive: «L’organizzazione e i tempi delle visite non funzionano, tenendo conto che al Maggiore [n.d.r: 1.137 posti letto , 3.779 dipendenti e 199 universitari in convenzione]. arrivano quotidianamente una cinquantina di informatori, che di solito riceviamo all’ora di pranzo – dice un medico che preferisce restare anonimo – Giusta la trasparenza e anche limitare le visite, ma salvaguardando l’importante rapporto con le aziende farmaceutiche. Ed è vessatorio chiedere ai medici una relazione su ogni incontro. Come se non ci fosse già abbastanza burocrazia».
Così abbiamo estratto da un articolo di oggi, 7 luglio, a pagina 18 sulla Gazzetta di Parma dal titolo “Nuove regole dopo Pasimafi, informatori medici in subbuglio”.
L’articolo descrive brevemente la procedura da attuare per vedere un medico senza scendere nei particolari per cui risulta oscuro e non comprensibile il perché della protesta. Per precisione lo riportiamo:
L‘informatore scientifico deve presentare richiesta con apposito module al servizio Farmacia e Governo Clinico del Farmaco. La richiesta, debitamente compilata e firmata, va inviata alla segreteria del Servizio Farmacia. Il Servizio Farmacia effettua, entro 10 giorni lavorativi, una prima valutazione di congruità della richiesta e invierà l’autorizzazione unicamente al Direttore di Dipartimento.
La richiesta da parte dell’informatore scientifico dovrà, oltre i dati anagrafici, indicare il nome e le specifiche del farmaco o del dispositivo medico che si vuole far conoscere; l’elenco delle Strutture proposte per l’attività di informazione, eventuali campioni gratuiti che verranno consegnati.
Il Direttore di Dipartimento, una volta ricevuto il modulo di richiesta, se d’accordo, lo invierà al Direttore della struttura di riferimento che, se d’accordo, lo passerà al medico che si vuole visitare. Se il medico darà il suo consenso, lo passerà al Direttore della struttura, il quale lo ripasserà al Direttore del dipartimento che lo ridarà al servizio farmacia. Che se darà il suo consenso definitivo concederà all’informatore di visitare il medico fra le 15 e le 18 (quando il medico non c’è più) di un determinato giorno in un apposito locale. L’incontro dovrà essere verbalizzato ed il verbale dovrà essere vagliato dal servizio farmacia.
L’obiettivo, dice esplicitamente una nota dell’Ospedale, è di limitare il contatto diretto tra informatori e singoli medici per la presentazione di farmaci o dispositivi.
La norma così esposta, non è una gag di Crozza, è estrapolata dal sito dell’Ospedale di Parma. È evidente, non avendo a che fare con Crozza, l’intento esplicito di impedire o boicottare un’attività professionale riconosciuta e regolamentata da leggi dello Stato (D.Lgs. 219/06).
Il riferimento poi allo scandalo “Pasimafi” che la Gazzetta di Parma fa, non centra nulla. Primo perché la delibera della giunta regionale 2309/16 è antecedente lo scandalo, secondo perché nello scandalo “Pasimafi” non è implicato alcun informatore, terzo perché la Regione con la sua Delibera non dice certo di procedere nel modo aberrante escogitato dai dirigenti l’Ospedale di Parma.
Le aziende farmaceutiche avranno anche una cattivissima fama, ma non per questo va penalizzato tutto ciò che le riguarda. Si consideri anche altri aspetti.
Le industrie farmaceutiche infatti non finanziano, secondo la legge, soltanto l’organizzazione e la partecipazione a congressi propri, ma anche congressi delle società scientifiche nazionali e internazionali, e non forniscono ai medici soltanto materiale propagandistico di propria produzione, ma anche materiale scientifico (testi, trattati, rassegne, articoli, CD-Rom) di origine non sospetta e mettono a disposizione borse di studio per specializzandi meritevoli individuati dal direttore della scuola di specialità.
Senza contare il meccanismo del pay back con il quale le aziende farmaceutiche contribuiscano al 50% a rifinanziare lo sfondamento del tetto previsto della spesa farmaceutica ospedaliera. Tetto destinato ad essere sistematicamente sforato dato che viene fissato a livelli troppo bassi e proprio le aziende ospedaliere poi si sostituiscono alle farmacie del territorio per distribuire farmaci con lo sconto ospedaliero, aumentando così la spesa farmaceutica.
Coerenza vuole che per trasparenza ed eticità tutto questo cessasse.