Con il “Patto per la Salute” non ci sarà più lo studio del medico di famiglia, ma studi associati denominati Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che faranno capo alle Unità complesse di cure primarie (Uccp) dove sarà possibile effettuare visite specialistiche ambulatoriali.
Meno file ai pronto soccorso (Ps) se i medici di base si raggruppano assicurando un’apertura coordinata degli studi per almeno 10-12 ore al dì: gli accessi inappropriati si possono ridurre dal 7 al 20%. Sono i risultati dello studio condotto da Cristina Ugolini dell’Università di Bologna, presentati al Econometrics workshop in Sanità all’Università di Padova. I ricercatori hanno studiato il contesto emiliano-romagnolo per l’anno 2009. «In questa Regione – spiega Ugolini – è in corso da alcuni anni un programma rivolto alla medicina generale con il preciso intento di estendere gli orari di apertura degli ambulatori medici associati in gruppo. Abbiamo dunque verificato se questa politica sia in grado di influenzare anche la frequenza degli accessi ai servizi di Ps, con particolare attenzione alle condizioni di potenziale inappropriatezza». Usando alcune banche dati amministrative, sono stati analizzati i flussi di Ps non seguiti da ricovero, la lista assistiti dei pazienti registrati con medici operanti nella forma associativa del gruppo e informazioni generali su ciascun medico. Per gli assistiti registrati presso medici operanti in gruppi che estendono l’orario di apertura oltre le 9 ore al dì si rilevano meno accessi al Ps. Ciò vale sia per il totale degli accessi al Ps, sia per i soli codici bianchi. Risultati analoghi emergono anche considerando la somma di codici bianchi e codici verdi caratterizzati soltanto da una visita generale, non seguita da ulteriori approfondimenti diagnostici o specialistici. «Le nostre stime – rileva – ci dicono che l’estensione dell’orario di apertura riduce il numero atteso di visite al Ps dal 3% al 13%. L’effetto è ancora più marcato se si considerano i codici bianchi (le percentuali di riduzione attesa vanno dal 7% al 21% a seconda dei metodi di stima) e la definizione più estesa di accessi inappropriati che comprende i codici verdi con solo visita generale (le percentuali vanno dall’8% al 19%)».
Martedì, 22 Luglio 2014 – Doctor33
Gianluca Fiorentini, Matteo Lippi Bruni, Irene Mammi, Cristina Ugolini, METHODOLOGICAL ASPECTS FOR AN ESTIMATION OF THE REDUCTION OF IMPROPER ACCESSES TO THE EMERGENCY DEPARTMENT, «MONITOR», 2013, 32, pp. 66 – 78
NB.: ricordiamo che il recente “Pact for Health” sottoscritto da Ministero della Salute e Regioni prevede (art. 5) che le Regioni istituiscano le UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie) e le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) quali forme organizzative della medicina convenzionata, integrata con personale dipendente dal SSN. Ogni AFT di medicina generale o di pediatria è funzionalmente collegata ad una UCCP. Le AFT e le UCCP costituiscono le uniche forme di aggregazione delle cure primarie, per cui in esse confluiscono le diverse tipologie di forme associative della medicina generale. In pratica non ci sarà più lo studio del medico di famiglia, ma studi associati denominati Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che faranno capo alle Unità complesse di cure primarie (Uccp) dove sarà possibile effettuare visite specialistiche ambulatoriali.
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