Anzitutto saranno rigorosamente “schedati” con tutti i loro dati (compresa l’azienda di appartenenza e l’area terapeutica promossa) in un tesserino di riconoscimento nuovo di zecca. E poi tutta la loro attività sarà passata al setacci massimo 3 5 visite per medico nel corso dell’anno, nessun ingresso in corsia, non più di 10 campioni gratuiti allo stesso dottore, gadget non solo natalizi del valore massimo di 20 euro l’anno.
Le Regioni questa volta hanno intenzione di fare sul serio per regolamentare l’attività degli informatori del farmaco nel Ssn: nelle strutture pubbliche come in quelle convenzionate, medici di famiglia in prima linea.
Dopo quasi tre anni di stand by, già oggi potrebbero uscire dai cassetti dei governatori, dove erano state dimenticate, le «Linee guida di regolamento regionale dell’informazione scientifica sul farmaco».
Argomento spinosissimo e contestatissimo. Tanto che anche le Camere sciolte a febbraio, sotto il pressing delle categorie, non sono riuscite a varare una legge che sembrava quasi fatta: Camera e Senato se la sono palleggiata fino all’ultimo, litigando su una sola norma: l’obbligo del «rapporto unico» di questi operatori con un’azienda farmaceutica.
Argomento non secondario, tanto che è bastato a non fare la legge. E così oggi i governatori ci riprovano nella Conferenza dei presidenti, chiamata a ratificare le «Linee guida» che poi ciascuna Regione deciderà come applicare in casa propria.
Le coordinate di riferimento certo non mancano, per chi vorrà mettere ordine in un’attività che, per incapacità o per colpevole trascuratezza, lo Stato ha da sempre demandato.
Il canovaccio di riferimento è presto detto. Nelle strutture del Ssn dovranno essere indicati i «locali idonei» per le visite degli informatori (sala medici, biblioteca di reparto, studio del medico) in orari concordati, sensibilizzando le categorie dei medici e dei farmacisti pubblici ad apprendere. E, soprattutto, privilegiando gli «incontri collegiali» più che quelli «individuali» con gli operatori.
Nessun ingresso, però, nei reparti di degenza e neppure negli ambulatori specialistici in orario di vista dei pazienti. Per i medici convenzionati, invece, le visite dovranno avvenire in orari concordati, e anche per loro indicato in «un apposito cartello».
Visite al contagocce, poi, presso ciascun medic 3 5 l’anno al massimo. E un’avvertenza anche ai farmacisti: non dovranno fornire alcuna indicazione sulle «abitudini prescrittive dei medici».
Centellinata anche la consegna dei campioni gratuiti ai medici esclusi quelli non rimborsati dal Ssn con tanto di richiesta sottoscritta dal singolo medico.
Sempre sul versante del’etica, ecco poi il vincolo sul valore dei gadget «promozionali»: valore massimo di 20 euro «annui per azienda farmaceutica per ogni singolo medico o farmacista». E rigorose verifiche, sulla carta, per la partecipazione a congressi e convegni medico scientifici.
Alle Regioni spetterà il «monitoraggio continuo», è la promessa da mantenere. Con un’aggiunta ancora, formulata dalle «Linee guida»: non fermiamoci ai farmaci, occupiamoci anche dei dispositivi medici.
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore di giovedi 20 aprile 2006)