The arbitration of the Provincial Directorate of Rieti

 

Cari colleghi,amici e lettori di questo sito non posso che parlare in questo mia lettera dell’argomento del giorno. Finalmente un isf (una collega a quanto sembra) riesce laddove per anni in tanti hanno cercato di ottenere qualcosa .
Mi riferisco ovviamente a quanto appreso sui siti presenti sul web relativi al nostro settore. Un Ufficio Provinciale del Lavoro con due distinti documenti che rappresentano un fatto storico, afferma senza ombra di dubbio alcuno che l’isf non è un venditore come da anni le aziende farmaceutiche e la triplice stanno cercando di inculcarci e trasformarci,ma a termini chiari di legge è un elemento fondamentale del nostro SSN che si occupa di farmaci senza alcun aspetto commerciale ed al servizio della comunità perché pagato dalla stessa con l’acquisto dei farmaci e non un mero venditore di scatolette di medicine.
La cosa molto interessante (leggendo con attenzione i due documenti in oggetto) sono le motivazioni date dalla commissione e la mole di documenti probanti che hanno portato alla decisione stessa e presentati a suo favore dalla collega in oggetto. In molti di essi,chi come il sottoscritto segue da anni il settore e le sue vicissitudini non può che trovare il lavoro certosino , paziente e attento di alcuni colleghi che da sempre si sono occupati delle sorti del farmaceutico seguendolo a livello associativo e sindacale sia in maniera diretta che lavorando lontano dai riflettori. Molti di questi documenti fra le altre cose,sono sempre stati a disposizione dei colleghi su Internet,ma stranamente la proverbiale pigrizia di molti colleghi li ha ritenuti poco importanti o li ha dimenticati in qualche strano cassetto mentale.
Tutta questa storia a mio modo di vedere ci fa comprendere molti aspetti su cui riflettere.
1) Le aziende farmaceutiche da sempre giocano con gli isf una partita impari e direi anche “scorretta”, ci vogliono infatti a secondo delle loro necessità o come degli impiegati (vedi direttive,aspetti contrattuali,orario di lavoro,retribuzione) o come dei venditori (vedi richieste astruse di fatturati,di analisi di mkt e di dati vendite , di orari di lavoro senza fine (altro che le 8 ore giornaliere medie contrattuali)) e quando istituzioni esterne sono chiamate a dirimere le questioni in oggetto la suonata è sempre la stessa “l’isf non è un venditore”.
2) La partita fra l’isf e l’azienda è si una partita difficile e faticosa,ma chi ha il coraggio di affrontarla molto spesso porta a casa degli splendidi risultati (vedi le sempre maggiori affermazioni degli isf nelle aule dei tribunali).
3) E’ chiaro che la Triplice non ha interesse a difendere gli isf ed i suoi iscritti,mentre ha tutti gli interessi di effettuare join venture con le aziende alle spalle dei lavoratori e non è mai presente a fianco degli stessi nelle loro battaglie contro le aziende.
4) Se ci si organizza e si ha la volontà di fare alla fine potremmo anche far comprendere a molte teste di uovo aziendali che certe politiche non pagano,che la ricerca del profitto a tutti i costi e con tutti i mezzi non fa che esacerbare gli animi,che quanto sta accadendo nel farmaceutico è sbagliato , che le strade da seguire sono altre.
Mi pare di aver messo parecchia carne la fuoco,riflettiamoci sopra e poi iniziamo ad agire.
Umberto Alderisi
01.02.2010

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