Oxford vaccine – AstraZeneca matched 90% efficacy due to trial dosing error

I volontari che hanno ricevuto una prima dose (dimezzata, per errore) di vaccino e, in seguito, una dose intera risultano essere più protetti rispetto a quelli che hanno ricevuto due dosi intere, secondo i risultati riportati dall’azienda farmaceutica

Open on line – 24 novembre 2020

l buon esito della sperimentazione dell’ultimo Vaccine against the Coronavirus in ordine di tempo arrivato all’ultima fase nasce da un errore. Un errore che fortunatamente non ha avuto effetti nefasti, bensì ha aperto le porte a una maggiore efficacia del farmaco sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca e la Irbm di Pomezia, dove verranno prodotte le dosi. Già lo scorso mese, il Financial Times aveva rivelato che l’esito dei test preliminari aveva dato «risposte incoraggianti». Durante la Fase 1 delle sperimentazioni, infatti, «il vaccino evidenziava un’efficacia del 90%, che con un richiamo può arrivare al 95%», così come dichiarato dal presidente della Ibrm, Piero Di Lorenzo [in the photo on the right].

Ed è proprio in quella prima fase di test che è avvenuto il “fortunato errore”. Già, perché come dichiarato a Reuters da Mene Pangalos, vicepresidente esecutivo della ricerca e sviluppo di biofarmaci di AstraZeneca, a seguito delle prime somministrazioni sperimentali ad aprile, gli scienziati hanno riscontrato – in forma più lieve rispetto alle previsioni – gli effetti collaterali attesi, quali affaticamento, dolori articolari e mal di testa.

«Andando a ritroso – ha proseguito Pangalos – abbiamo controllato e abbiamo scoperto che era stata somministrata metà dose del vaccino, rispetto a quella inizialmente prevista». E così, anziché ricominciare tutto da capo, si è deciso di proseguire con due vie sperimentali con dosaggi diversi.

Nel primo caso, con due somministrazioni a dose piena iniettate a distanza di quattro settimane su un gruppo di 3.000 volontari, i risultati di laboratorio han restituito un’efficacia del 62%. Nel secondo caso, quello dell’”errore fortunato”, dopo una prima somministrazione di mezza dose di vaccino a cui ha fatto seguito una dose piena, anche in questo caso, a quattro settimane di distanza su un gruppo di 500 volontari, la risposta immunitaria risulta essere stata molto più forte, portando l’efficacia del vaccino di Oxford – AstraZeneca al 90%.

Una volta informate le autorità scientifiche di questo “fortunato errore” che ha condotto a una maggiore efficacia del vaccino con un «regime ottimale», è stato dato il nulla osta per continuare le sperimentazioni su oltre 20mila volontari.

Dal canto suo, AstraZeneca ha sottolineato che l’efficacia della mezza dose vaccinale potrebbe accelerarne la distribuzione, iniziando nel Regno Unito le somministrazioni vaccinali già dai primi di dicembre e per proseguire nel 2021. Prima però, come per tutti i vaccini, è attesa l’approvazione da parte dell’agenzia regolatoria britannica del farmaco MHRA, la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency.

 

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