«The strong investments of the group The presence in the city is strengthened The Verona hub becomes a strategic pharmaceutical center»
Ed ora il grande accordo con Novartis che prevede l’entrata in Gsk di 2.500 nuovi addetti contro un’uscita verso l’altra multinazionale farmaceutica di 60 unità. Tutto questo sotto la regia del quartier generale di Verona che sta diventando sempre più strategico a livello italiano ed europeo.
Daniel Finocchiaro amministratore delegato di Gsk Italia alla vigilia della ratifica dell’intesa appare soddisfatto. Da quasi 15 anni nella nostra città, sposato con una veronese, una figlia negli istituti scolastici scaligeri, non nasconde, accanto alla positività tutta economica del rafforzamento del gruppo che dirige, anche la gioia personale di aver contribuito a consolidare una delle presenze industriali storiche per un territorio a cui ormai è molto legato.
«Grazie a questo accordo con Novartis – spiega Finocchiaro – diventeremo la prima farmaceutica in Italia ed entreremo nei primi venti posti della classifica delle maggiori aziende del Paese per presenza industriale . Ma soprattutto porremo le ulteriori basi per la strategicità del quartier generale veronese a livello mondiale. E questo ha ricadute positive rilevanti per la nostra comunità».
– Ricadute positive di che tipo?
«In the meantime, our city is increasingly becoming the strategic development center of pharmaceuticals. This means increasing the presence in the Verona area of top-level figures in the field of research and management. This translates into a positive contamination of knowledge that is enormously good for the territory».
«Se ci guardiamo attorno, raramente vediamo piani di sviluppo di così grande rilevanza. Grazie all’accordo con Novartis diventiamo ancora più leader nei vaccini, mentre cediamo la parte oncologica ai numeri uno nel settore. Questo significa una opportunità in più per i 60 colleghi che passano a Novartis e per contro i 2.500 che entrano da noi ci rendono più forti. Non è poca cosa in un momento così difficile per l’economia italiana».
The new entries mainly concern the Siena plant. And Verona?
«Come le dicevo Verona è la testa pensante della strategia di sviluppo in Italia di cui questa operazione non è che un ulteriore passo. A Verona poi c’è il fondamentale e solido presidio della produzione di antibiotici che dà lavoro ad un grande gruppo di persone. E mi lasci dire: produzione ma anche creatività. Noi parliamo di migliaia di posti di lavoro acquisiti. Ma in pochi sanno che qui da noi ci sono i creativi per il packaging di tutto il gruppo a livello mondiale, passati dal 2004 ad oggi, da meno di 30 ad oltre 100 persone che realizzano i loghi di farmaci e vaccini gsk e ogni anno producono circa 13mila artwork (disegni e testi di confezioni) per i farmaci e vaccini commercializzati in tutti i 140 mercati esterni serviti dall’azienda. Un gioiellino che rispecchia la valorizzazione di un patrimonio storico tutto veronese, cioè quello della grafica. In ogni caso un accordo che ci rende più forti non può non avere ricadute positive in futuro in tutti i luoghi dove Gsk è presente, compresa la nostra città.
Ma sono i numeri del bilancio a sancire quale sia l’importanza di Verona e dell’Italia».
– Quali numeri?
«Ormai il nostro fatturato come Gsk Italia ha superato il miliardo di euro. L’export dall’ Italia nel mondo vale 58 milioni di euro.
Le dò un ultimo dato: solo di imposte Gsk Italia versa 46 milioni di euro d’imposte mentre ne investe 179 di spese per il personale….».
– A proposito di tasse, burocrazia, infrastrutture carenti. Come ha fatto a convincere gli inglesi che l’Italia resta un Paese su cui investire?
«Recentemente ho accompagnato il nostro Ceo mondiale, Andrew Witty, da Matteo Renzi. Il premier ci ha detto chiaramente che considera – ed a ragione – il settore farmaceutico come strategico per l’Italia. Anzi, ha detto che il farmaceutico è proprio il futuro del nostro Paese».
«Wait, I also met Minister Lorenzin and other members of the government who reiterated the government's sensitivity towards those who invest, create jobs and opportunities for young people. In short, we started off on the right foot.
It is not so obvious to find sensitivity of this kind in Roman palaces. As for us, Andrew Witty has asked for a few things: certain rules and stability in the face of huge investments in advanced research and production equipment. We understood each other."
– E tutta questa strategia, ci diceva, passa da Verona
«Non passa da Verona. ha la sua base e centro decisionale proprio nella nostra città. Vogliamo veramente che l’ Italia diventi l’hub mondiale della farmaceutica con al centro Verona.
We are now head to head with Germany, but the overtaking is close ».
– Tutto per il meglio, dunque. Ma possibile che non ci sia alcunchè di non positivo? Sarebbe un miracolo in Italia.
in fact, the recent cut of over two billion in the health fund and its potential repercussions on pharmaceutical spending worries me a lot as it contradicts the stability envisaged by the government. I would expect that the Regions where there is a strong industrial presence could join forces to avoid possible negative effects on their own territories. I really hope that sooner or later this sector will also be considered by the Regions as a source of development and not just as a cost". etc.