Chamber act
Interrogazione a risposta in commissione 5-05210
presentato da
MENGA Rosa
testo di
Martedì 22 dicembre 2020, seduta n. 444
MENGA e VILLANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l’emergenza epidemiologica in atto, il mancato riconoscimento della professione sanitaria di informatore scientifico del farmaco (Isf) e l’assenza di un univoco inquadramento contrattuale di tale categoria da parte delle diverse aziende farmaceutiche, hanno concorso alla paralisi dell’attività di questi professionisti;
sia pure in un’ottica di prevenzione della diffusione del Covid-19, la disomogeneità dei provvedimenti adottati dalle singole regioni, aziende sanitarie locali (Asl) e aziende ospedaliere ha fortemente influenzato le dinamiche dell’informazione medico-scientifica;
l’assenza di linee guida condivise e univoche, vigenti sull’intero territorio nazionale, è stata già segnalata a mezzo dell’ordine del giorno n. 9/02463/152, presentato al cosiddetto «Decreto Cura Italia» ed accolto con parere positivo di questo Governo, ciononostante, a tutt’oggi, la situazione denunciata è rimasta immutata;
per esemplificare quanto riportato, si segnala la vigenza di alcuni provvedimenti dal contenuto antitetico non solo tra le diverse realtà regionali, bensì all’interno di strutture sanitarie insistenti sul medesimo territorio: in Campania, la circolare prot. 19232, con decorrenza dal 14 settembre 2020, ha vietato l’accesso degli Isf presso l’azienda ospedaliera «A. Cardarelli», mentre l’Asl Napoli 1 Centro, con delibera prot. 9711 del 28 settembre 2020, ha disposto le modalità per l’accesso degli Isf presso «l’Ospedale del Mare»; nel Lazio, a mezzo della circolare prot. 40084/20 è stato vietato l’accesso agli Isf, Key Account Manager e Regional Account Manager presso il «Policlinico Gemelli», mentre l’Asl di Frosinone ha autorizzato l’ingresso ai soli informatori purché ricevuti dal personale medico al di fuori dei reparti ospedalieri, e così via discorrendo per ogni singola regione;
a tale complesso e nebuloso quadro dispositivo vanno ad aggiungersi le variegate prescrizioni e politiche adottate dalle aziende farmaceutiche, con cui tali professionisti hanno in essere rapporti di lavoro, determinando tra loro inique disparità all’interno del medesimo ambito lavorativo, solo perché operanti in diverse regioni, all’interno di diversi presidi sanitari e alle dipendenze di diverse aziende del comparto farmaceutico –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e, conseguentemente, se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad elaborare indirizzi per la regolamentazione e il coordinamento delle modalità di lavoro degli informatori scientifici del farmaco per tutta la durata dell’emergenza Covid-19, anche al fine di garantire un’uniformità nell’aggiornamento e nell’informazione continua dei medici operanti sull’intero territorio nazionale.