L’ospedale è un luogo di lavoro con sempre meno prospettive: non lo governano i medici né il merito, ma i manager e la politica. Le riforme della sanità sono fallite perché, lungi dal cooptare medici nella gestione, hanno generato direttori generali “monocratici”. Sono le due “sassate” che lanciano gli intervistati nel sondaggio di Swg per Anaao Assomed “il lavoro dei medici ospedalieri– criticità e prospettive”, presentato ieri a Roma. Non che il Ssn sia stato scelta sbagliata: lo vuole l’83% degli intervistati. Ma il modello non va: il 68% dei rispondenti si sente stanco, il 58% economicamente scontento, il 48% emotivamente sfinito, uno su due trova peggiorata la qualità dei servizi. E se per due terzi la qualità complessiva erogata “è buona”, uno su tre ritiene che il Ssn funzioni ormai peggio degli altri paesi. Il medico è scontento (77%) per la carriera che non progredisce e la busta paga che non cresce (75%) con i contratti bloccati da quattro anni. Tre quarti degli intervistati (sindacalizzati al 78%) vorrebbero rivedere il ruolo giuridico del medico nella Pubblica amministrazione. Non mancano suggerimenti come arginare i sovraccarichi in pronto soccorso e i tagli all’assistenza con visite ambulatoriali pagate anche da fondi integrativi. «Ci aspettavamo simili dati, e pure il ritorno di fiamma della questione retributiva», dice il segretario Anaao Costantino Troise. «Alcuni intervistati pur sfiancati dai carichi they would agree to work more to bring home the money denied by the lack of contractual increases in intramoenia; after all, once upon a time there were incentives. Today the doctor, however forced to do more, says: at least pay me». But doesn't the search for a different legal role from the rest of the PA employees seem like a request to take refuge in a "golden" citadel? “On the contrary, we want to be interested in system management. In the cauldron in which he sits, the doctor is but an item managed by others, often seen as a cost to be cut. Its management skills are diminished and consequently its ability, albeit objective, to contain the costs of the system. But that's not going anywhere." But what can a union of employed doctors do if public health is skipped throughout Europe? In Italy there are cuts in departments, but in Spain there are cuts in hospitals and private structures outnumber the public ones (they are now the 55%). «Italy is not Spain. Here we already have a mixed system, but there are professional bodies that care about public health and the right to health is in the Constitution. We have fundamental “balances”. But we are seeing cuts in benefits and early dehospitalisations. In the South, cuts are made in the name of a balanced budget with criteria which, valid elsewhere, become unsustainable in the absence of infrastructure, alternatives for patients, technological adjustments. It's hard to say how long it will last, but if we get out of the economistic drift it will be thanks to those corporate forces that will have convinced politics to dialogue with the people". Mauro MiserendinoWednesday, September 24, 2014 – Doctor33
Troise, no idea from the government about the future
«Al di là degli spot e degli annunci ad effetto manca una vera e propria idea» per la sanità del futuro. È quanto afferma il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Constantine Troise a margine della conferenza di presentazione dell’indagine promossa dal Sindacato insieme a Swg che traccia un identikit del medico ospedaliero ai giorni nostri. «Il Governo – prosegue Troise – ha escluso dall’ondata di velocizzazione che percorre tutto il paese il sistema sanità. Il Ministro si è preoccupato di garantire finanziamento stabile, ma al di là degli spot e degli annunci ad effetto manca una vera e propria idea» per la sanità del futuro. «La nostra indagine – ha concluso – mostra una fotografia realistica di una situazione che abbiano descritto già qualche anno fa e che abbiamo denunciato come una mina vagante del sistema: la sostenibilità non è solo economica. L’attenzione ai conti è un’opera meritoria ma non è sufficiente. La via d’uscita è ripartire dal lavoro e dai professionisti e riportare la sanità al centro dell’agenda politica. Si tratta di obiettivi che sono alla nostra portata. Non è un interesse di categoria ma del sistema tutto». Wednesday, September 24, 2014 – Doctor33