Incentives for doctors, Simg is also in the debate
Fedaisf
Incentivare i medici perché prescrivano i farmaci meno cari non è la soluzione ai problemi economici della Sanità. Molto meglio invece cominciare a misurare le scelte dei prescrittori per obiettivi di cura fratto unità di costo. L’equazione è del presidente della Simg, Claudio Cricelli, che interviene nel dibattito aperto un paio di settimane fa dalla sentenza con cui la Corte di giustizia europea aveva giudicato legittimi gli incentivi ai medici che fanno risparmiare. Pronto il commento di Assogenerici, che aveva invitato governo e regioni a fare proprie le considerazioni dei giudici comunitari; poi qualche giorno dopo l’intervento dell’Ordine dei medici di Milano, secondo il quale i premi sono deontologicamente inaccettabili anche se provengono dalla sanità pubblica. Ora il presidente della Simg, che invita a puntare in tutt’altra direzione. «Se l’obiettivo è quello di investire le risorse nel modo migliore» spiega Cricelli «andrebbe costruito un sistema che valuti i medici in base ai risultati conseguiti per unità monetaria. Se spendo di meno ma non ottengo risultati, ho sprecato risorse esattamente come se avessi sperperato. Dovrebbero quindi essere altri i parametri di valutazione: per esempio, con un euro di spesa di quanti punti riesco ad abbassare la pressione arteriosa nei miei pazienti ipertesi?». Il ragionamento di Cricelli è propedeutico al progetto cui la Simg sta lavorando da alcuni mesi e che dovrebbe essere pronto per settembre: i costi standard della medicina generale. «L’obiettivo» ricorda il presidente della Simg «è quello di approntare un set di indicatori sui quali misurare l’incidenza delle cure primarie in base ai risultati clinici raggiunti per unità di spesa».