Sembra incredibile ma negli anni della Grande Crisi è nato una sorta di made in Italy farmaceutico che ha avuto i suoi punti di forza nella competizione tra stranieri e italiani, nelle risorse umane, nella qualità dell’indotto e nelle fabbriche. È il settore che a livello mondiale è cresciuto di più sul fronte delle esportazioni. Ecco i suoi punti di forza
di Dario Di Vico – 27 gennaio 2015 – CORRIERE DELLA SERA FINANZA E RISPARMIO
La farmaceutica italiana viene da anni straordinari nei quali, senza che nessuno lo avesse previsto fino in fondo, sono avvenute almeno tre cose importanti. La prima: le multinazionali hanno scelto di investire sull’Italia e di considerare i nostri stabilimenti come approdo degli aumenti di produzione decisi a livello-mondo.
La seconda: le principali aziende italiane, molte di cui a proprietà familiare, sono cresciute significativamente all’estero.
La terza: oltre il 70% della produzione complessiva si è diretta all’estero e l’Italia è stato il Paese al mondo che negli ultimi anni ha fatto registrare la maggiore crescita delle esportazioni.
Sembra incredibile ma negli anni della Grande Crisi è nato una sorta di made in Italy farmaceutico che ha avuto i suoi punti di forza nella competizione tra stranieri e italiani, nelle risorse umane, nella qualità dell’indotto e nelle fabbriche capaci di standard molto elevati di sicurezza. Il tasso di utilizzo degli impianti in questi ultimi 5 anni (di recessione) è cresciuto dal 70 al 78%. La distribuzione sul territorio nazionale di queste insediamenti produttivi è singolare e differente da quella dei settori trainanti del made in Italy, infatti Milano vince per numero di addetti ma non per valore delle esportazioni dove primeggia Latina e possono vantare una presenza rilevante province come Frosinone e Ascoli Piceno.
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Related news: Big Pharma. The great challenges between “ethics and profit”. L‘occupazione del settore ha avuto un balzo in avanti di 3.000 unità. Erano anni che, nonostante un aumento costante del valore della produzione, passato da 23,769 a 27,611 miliardi di euro tra il 2008 e il 2013, il numero dei lavoratori diminuiva.
L’aumento del 2014 riporta le lancette indietro di tre anni (65.000), ma ben lontano dai numeri precedenti e soprattutto dal 2006 quando il numero di personale occupato nel settore farmaceutico sfiorava le 75.000 unità. Ma per le imprese del farmaco questi sono stati anni d’oro anche in borsa.
13,400 jobs lost in seven years. The union between a rock and a hard place