THE WORLD TOUR OF DRUGS

 

Nuove tendenze attraversano questo grande settore sia in Italia sia negli altri Paesi industrializzati. In generale, la domanda rimane alta, ma cresce l’attenzione ai prezzi; d’altro lato, aumentano i costi della ricerca

Abbiamo raccolto da diverse fonti, italiane ed estere, una serie di informazioni utili per aggiornare le nostre conoscenze su un mercato importante e complesso come quello farmaceutico. Cominciamo dal nostro Paese. L’Aifa ci mostra la situazione del consumo di farmaci in Italia per valore, numero di pezzi, numero di ricette rimborsabili. Inoltre, ci indica il Ddd/1000, ovvero (dall’inglese "defined daily dose") il numero medio di dosi consumate giornalmente da 1000 abitanti (dato basato sul dosaggio di riferimento da prescrivere per un determinato farmaco per la sua indicazione principale). Nel 2006, dunque, sono stati spesi 23.397 milioni lordi di euro per farmaci, di cui 1*82,3% (pari a 19.254 milioni) attraverso le farmacie private e pubbliche e il rimanente 17,3% (pari a 4.143 milioni) tramite le strutture del Ssn. Qui si parla sempre di valori lordi, non considerando gli eventuali sconti. Ogni abitante, in media, ha acquistato in farmacia 29 confezioni, di cui 16 rimborsate dal Ssn e 13 comprate privatamente, per un totale di 1676 milioni di pezzi. Nel canale farmacia il 70% del giro d’affari -vale a dire 13.440 milioni di euro- proviene dalle ricette rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, che si traducono in un impegno amministrativo-burocratico rappresentato da 503 milioni di prescrizioni. Il ricavo della farmacia è, mediamente, pari a 26,7 euro per ricetta. Il lavoro di magazzino e di erogazione al cliente riguarda 953 milioni di pezzi (per un valore medio di 14,1 euro alla confezione). Nella spesa lorda sono poi compresi: 414 milioni di euro per ticket sui farmaci equivalenti e ticket regionali; 699 milioni di euro per le trattenute alle farmacie e lo sconto del 4,12% sul margine di spettanza del produttore. Il 30% del fatturato è originato dal cliente che paga direttamente i medicinali di categoria A, C, Sop e Otc per un valore complessivo, a prezzo pieno, di 5.814 milioni di euro: si tratta di 8 euro per confezione, ma la cifra si abbassa se consideriamo gli sconti su alcune categorie di farmaci (Otc). Dal 2002 al 2006 il mercato a valore è aumentato del 7,9%, mentre l’incremento dei pezzi nello stesso periodo è stato del 9,3%. Sono cresciuti sia i rimborsabili (6,3% a valore e 10,6% a pezzi) sia i non rimborsabili (11,7% a valore e 7,8% a pezzi). Sui primi si registra una crescita continua di valore fino al 2004. anno nel quale è stato raggiunto il massimo d’espansione, mentre nel 2005 e nel 2006 si è avvertita una leggera contrazione, dovuta però alla diminuzione dei prezzi, non della domanda dei consumatori. Nell’ultimo anno, in particolare, vi è stato un aumento delle confezioni prescritte del 6,1%. accompagnato da una diminuzione del prezzo medio del 5,4%, che ha in pratica azzerato lo sviluppo a valore portando i ricavi lordi su- gli stessi livelli dell’anno precedente. I dati di Federfarma sui primi sette mesi del 2007 confermano, per la spesa netta a carico del Ssn, la tendenza negativa manifestatasi a fine 2006. Da gennaio a luglio 2007 la diminuzione è stata infatti del 5,4%, calo dovuto più ai provvedimenti restrittivi varati dall’Alfa che ai bisogni dei consumatori, poiché vi è stato un aumento del 4,3% del numero di ricette. L’ora del generico "In Italia, il farmaco genericoequivalente è una realtà non ancora matura, ma avviata su un trend positivo. Il 2007 rappresenta un punto di svolta, poiché scadono i brevetti di alcuni importanti principi attivi": così si legge nel comunicato stampa di un recente summit delle Agenzie del farmaco europee a cui ha preso parte anche Assogenerici. Att

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