La condizione drammatica dei Pronto Soccorso è l’epifenomeno, cioè la cartina al tornasole, della crisi profonda che stanno attraversando gli ospedali del nostro Paese. Nei nosocomi sono insufficienti i posti di degenza ordinaria e di terapia intensiva. Non raggiunge livelli accettabili nemmeno il personale specialistico, soprattutto in determinate aree come la medicina d’urgenza, la terapia intensiva, l’anestesia e rianimazione, ma anche in altre aree mediche e chirurgiche. Per il “Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani” (FoSSC),
“Il problema dei Pronto Soccorso è la punta dell’iceberg di un sistema ospedaliero che è in affanno – affermano le 30 società scientifiche riunite nel Forum -. I Pronto Soccorso al collasso sono il risultato di anni di tagli al Servizio Sanitario Nazionale: in 20 anni chiusi 300 ospedali con 80mila posti letto in meno e dal 2007 ad oggi perse 50 mila unità di personale. Il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destina agli ospedali solo pochissime e insufficienti risorse. Questa crisi, che denunciamo da mesi, è destinata ad aggravarsi, sia per i cittadini che si rivolgono agli ospedali per situazioni di emergenza, ma anche per tutti i pazienti affetti da patologie croniche, complessivamente diversi milioni di cittadini.
Va ripensato il ruolo dei nosocomi all’interno di un nuovo modello di cura in un sistema sanitario più efficace, sostenibile e utile al cittadino. E non partendo da documenti, già diffusi sulla stampa, che sono stati bocciati dalle Società Scientifiche e dallo stesso Ministro della Salute, perché addirittura peggiorativi della già grave situazione determinata dal Decreto Ministeriale sugli standard ospedalieri (DM 70 del 2 aprile 2015), provvedimento che va invece profondamente rivisto. È ferma, in particolare, la nostra perplessità sugli ‘ospedali di comunità’ come unica forma di intervento sulle strutture del sistema sanitario nazionale.
Secondo FoSSC gli operatori sanitari sono inadeguati in rapporto alla popolazione del nostro Paese: i medici specialisti ospedalieri sono circa 130mila, 60mila unità in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Il numero complessivo di posti letto ordinari è molto più basso rispetto alla media europea (314 rispetto a 500 per 100mila abitanti) e colloca l’Italia al 22esimo posto tra tutti i Paesi del Vecchio Continente. Anche per i posti letto in terapia intensiva l’Italia non brilla: se in era pre-Covid avevamo 8,6 posti ogni 100 mila abitanti, con l’emergenza sanitaria era stato previsto che venissero aumentati fino a 14 ma, in realtà, solo una piccola parte risulta effettivamente attivata e, comunque, con numeri nemmeno paragonabili rispetto, ad esempio, alla Germania (33 posti letto ogni 100mila abitanti).
“In conclusione – spiegano le Società Scientifiche -, questi dati sono la dimostrazione che il DM 70 è sbagliato, che è sbagliato soprattutto dopo 165.000 morti, che rappresentano la più alta mortalità fra i Paesi dell’Europa Occidentale, ignorare i problemi del sistema ospedaliero, che è sbagliata la contrapposizione ospedale territorio, che è sbagliato riproporre la vecchia logica della de-ospedalizzazione, che è sbagliato svalutare il ruolo del più importante presidio per la cura degli acuti, che è solo l’ospedale. Noi chiediamo al Ministro con urgenza di riconvocare il tavolo di confronto avviato al fine di ricercare insieme e con il senso di responsabilità che ci contraddistingue le soluzioni necessarie”.
Francesco Cognetti (Coordinatore Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani e Presidente FOCE – Confederazione Oncologi Cardiologi Ematologi)
Antonio Benedetti (Presidente FISMAD – Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente)
Alfredo Berardelli (Presidente SIN – Società Italiana di Neurologia)
Mauro Carone (Presidente AIPO – Associazione Nazionale Pneumologi Ospedalieri)
Saverio Cinieri (Presidente AIOM – Associazione Italiana Oncologia Medica)
Nicola Colacurci (Presidente SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia)
Annamaria Colao (Presidente SIE – Società Italiana Endocrinologia)
Paolo Corradini (Presidente SIE – Società Italiana di Ematologia)
Roberto Crisci (Presidente SICT- Società Italiana di Chirurgia Toracica)
Fabio De Iaco (Presidente SIMEU – Società Italiana Medicina Emergenza ed Urgenza)
Marco De Vincentiis (Presidente AUORL – Società Italiana Otorinolaringoiatri Universitari)
Diego Foschi (Presidente Collegio Italiano dei Chirurghi)
Roberto Gerli (Presidente SIR – Società Italiana di Reumatologia)
Ciro Indolfi (Presidente SIC – Società Italiana di Cardiologia)
Dario Manfellotto (Presidente FADOI – Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Interni)
Claudio Mastroianni (Presidente SIMIT – Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali)
Antonio Rizzotto (Presidente SIU – Società Italiana di Urologia)
Source: Panorama della Sanità – 12 maggio 2022
Note: PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) rappresentano dei modelli specifici per un territorio che contestualizzano le Linee Guida rispetto all’organizzazione di una azienda sanitaria/regione, tenendo conto in analisi delle risorse disponibili e garantendo i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) emanati dal governo.
L’Aggregazione Funzionale Territoriale (AF extension) è un raggruppamento di medici di medicina generale incaricato di garantire per l’intera giornata e per tutti i giorni della settimana, la tutela della salute della popolazione di riferimento, vale a dire degli iscritti ai medici partecipanti a quella Aggregazione Funzionale Territoriale. L’UCCP, unità complesse di cure primarie, sono le strutture organizzative di riferimento delle AFT ad integrazione multidisciplinare ed interprofessionale (includenti infermieri, ostetriche, tecnici della riabilitazione, operatori della prevenzione e del sociale) caratterizzate da una sede di riferimento ed eventuali altre sedi dislocate nel territorio. Le regioni organizzano operativamente le UCCP in reti integrate di poliambulatori, dotate di strumentazioni di base e collegamento telematico con le strutture ospedaliere
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