Ridurre il prezzo dei farmaci di quelle aziende che tagliano il servizio di informazione scientifica, visto che quel prezzo era stato attribuito in funzione dei costi fissi affrontati e denunciati dall’azienda: fra questi, appunto, quelli per gli informatori. Questa una delle richieste avanzate dagli informatori scientifici del farmaco, ricevuti nei giorni scorsi dal ministero dello Sviluppo Economico. La delegazione, composta da rappresentanti della Federazione degli informatori Federisf e del Sindacato lavoratori farmaceutici (SLF), ha esposto i problemi professionali legati alle cessioni di ramo d’azienda e a quelle di contratto, nonché le difficoltà occupazionali della categoria, ma ha anche presentato un pacchetto di proposte. Gli informatori hanno dunque chiesto al ministero dello Sviluppo Economico "di intervenire tempestivamente e con forza direttamente e presso il Governo – si legge in una nota – affinché sia posto termine al ricorso anomalo di cessioni di ramo d’azienda e ai licenziamenti collettivi privi di motivazioni tecnico produttive". Ma gli ISF chiedono anche che "non vengano concessi gli incentivi, previsti dalle normative, alle aziende farmaceutiche che hanno dismesso parti consistenti del servizio di informazione scientifica sui farmaci e di farmacovigilanza, al fine di contenere i costi fissi di personale". E che "si proceda alla riduzione del prezzo dei farmaci delle aziende, nella misura che la riduzione dei costi fissi di personale hanno prodotto, evitando così eventuali illeciti arricchimenti". Non solo. E’ stata richiesta "la convocazione urgente dell’Osservatorio sulla chimica/farmaceutica, ed é stato presentato un elenco delle società che hanno ceduto rami d’azienda, hanno effettuato cessioni di contratto o che, comunque, hanno avviato processi di consistenti riduzioni di personale (avvenuti quasi esclusivamente e in maggior misura da multinazionali con sede all’estero). E’ stato poi illustrato lo sviluppo di aziende contenitore che acquistano rami d’azienda a prezzi risibili e – conclude il comunicato – sono state evidenziate le azioni coercitive attivate dalle aziende nei riguardi degli informatori che si sono rivolti al tribunale del lavoro per la tutela dei propri diritti". Gli informatori ora attendono una risposta dal ministero guidato da Pierluigi Bersani.
Fonte “farmacista33”