Nella strada che va da palazzo Chigi al Quirinale, dove ieri sera il presidente Napolitano lo ha firmato, il decreto sulle liberalizzazioni ha subito ancora importanti ritocchi. Alcuni erano già noti sabato ed erano stati anticipati vagamente dal ministro Balduzzi nella conferenza stampa di venerdì sera. Altri invece sono spuntati all’improvviso per quelle correzioni dell’ultimo minuto che capitano spesso nel percorso di un decreto. Cominciamo dalle cose già note (e anticipate su Farmacista33 di ieri), sostegni ai rurali e personale delle farmacie. Al comma 11, viene istituito presso l’Enpaf un «fondo di solidarietà nazionale per l’assistenza farmaceutica nei comuni con meno di mille abitanti» il cui finanziamento grava sulle farmacie urbane attraverso una percentuale sul fatturato (complessivo, a giudicare dall’ultima versione nota del testo), Toccherà all’ente di previdenza determinare tale quota rispetto all’obiettivo di assicurare ai titolari di tali farmacie «un reddito netto non inferiore al 150% del reddito netto» che il contratto nazionale di categoria riconosce a un farmacista collaboratore di primo livello con due anni di servizio. Subito a ruota il comma 12, che affida a un decreto del ministero della Salute, sentite Regioni e Fofi, di fissare «i livelli di fatturato delle farmacie aperte al pubblico il cui superamento comporta, per i titolari, l’obbligo di avvalersi di uno o più farmacisti collaboratori».
Poi ci sono le novità dell’ultimo minuto. In diversi casi si tratta di limature che aggiungono chiarezza o dettaglio alle norme, come nel caso delle farmacie da istituire nelle stazioni ferroviarie e marittime, negli aeroporti (solo internazionali) e nelle aree di servizio (solo se ad alta intensità di traffico e fornite di servizi alberghieri o di ristorazione), purché non sia già aperta una farmacia a meno di 200 metri. O come nel caso del comma su turni e orari, che restano confermati «ma non impediscono l’apertura» in ore diverse da quelle obbligatorie. Poi ci sono le novità dell’ultimo minuto che sono ben più di semplici limature. Spicca senz’altro il capitolo dei concorsi che dovranno assegnare le farmacie nate dal nuovo quorum: resta riservato a non titolari e rurali sussidiati ma diventa per titoli ed esami. C’è chi dice che dovrebbe dare maggiori chance ai giovani (penalizzati da un concorso per soli titoli) ma se ne ragionerà meglio quando si avrà sotto gli occhi il testo approvato.
Sciopero farmacie, almeno 10 giorni di preavviso
Dai farmacisti ai medici si preannuncia un febbraio caldo sul fronte di scioperi e serrate. Le farmacie, come noto, hanno programmato la prima serrata per il primo febbraio, ma altre giornate sono da definirsi, «in assenza di esiti positivi del confronto» con il governo. Lo stato di agitazione sindacale è stato proclamato «preso atto che le m