Gli investimenti in digitale previsti da Industria 4.0 comporteranno per il settore farmaceutico “una riorganizzazione degli stabilimenti produttivi” ed un cambiamento “dell’approccio alla modalità di lavorare che non sarà più quella classica cui si fa riferimento oggi nei contratti nazionali di lavoro”.
L’applicazione di questo piano di semplificazione del lavoro “non comporterà la perdita di posti di lavoro”. Piuttosto, sottolinea Scaccabarozzi, “si investirà su piani di formazione e riqualificazione mirati”. Le iniziative previste nei decreti attuativi del Jobs Act sulle politiche attive “dovrebbero prevedere fondi da indirizzare alla riqualificazione e alla reimmissione nel circuito produttivo di lavoratori specializzati in tecnologia digitale.”
“Una via da sperimentare – ha concluso Scaccabarozzi – potrebbe essere anche quella di promuovere accordi interconfederali che individuino corsie preferenziali/alternative, rispetto alle normative giuslavoristiche in vigore, per individuare nuove soluzioni concordate su orari di lavoro e contratti di lavoro per la figura del ricercatore industriale di fondamentale importanza per il settore farmaceutico, volti ad una maggiore flessibilità organizzativa della prestazione e volti a rendere la figura più in linea con gli standard internazionali.”
29 Aprile 2016 – Il diario del lavoro
taken from Quotidianosanità del 29/04/2016
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Note: dal 2001 al 2013 la farmaceutica ha aumentato la produttività del +55% rispetto al +1% della media nazionale;
dal 2008 al 2013 le aziende hanno determinato il 34% dell’aumento complessivo delle esportazioni manifatturiere in Italia;
l’Italia è seconda solo alla Germania per valore della produzione farmaceutica in Ue con 28 miliardi, il 71% destinato all’export;
dal 2007 al 2013 sono stati licenziati 13.400 informatori scientifici del farmaco.