Le preoccupazioni sulla sicurezza che ancora vigono tra i medici e la necessità di una maggiore chiarezza regolatoria relativa all’intercambiabilità terapeutica potrebbero ostacolare l’assorbimento del mercato di questi medicinali. Uno studio del Tufts Center for the Study of Drug Development
Barbara Di Chiara – 9 marzo 2015 – PharmaKronos
Lo evidenzia uno studio del Tufts Center for the Study of Drug Development. E’ ampiamente previsto che il nuovo percorso normativo ad hoc statunitense, chiamato 351(k), accelererà lo sviluppo e la commercializzazione di biosimilari, un processo iniziato all’inizio di quest’anno con il primo di 9 prodotti che è previsto otterranno l’approvazione entro il 2020, ha detto Joshua Cohen, autore dello studio.
“I biosimilari aumenteranno le opzioni di trattamento e rallenteranno la crescita della spesa per i farmaci biologici, ma la mancanza di familiarità dei medici con questi prodotti potrebbe ostacolare il loro uso, come è avvenuto in Europa, dove sono stati approvati 17 biosimilari dal 2006”, ha detto Cohen.
In sintesi, gli studiosi hanno stimato che, nel prossimo decennio, i biosimilari potrebbero far risparmiare più di 40 miliardi di dollari di spesa per terapie biologiche in tutto il mondo, con prezzi del 15-35% inferiori rispetto agli originator.
Infine, circa due terzi degli opinion leader americani intervistati dagli autori hanno assicurato che probabilmente prescriveranno biosimilari ai nuovi pazienti, mentre circa un terzo definisce improbabile cambiare la terapia da originator a biosimilare nei pazienti già in trattamento.
FDA approva primo farmaco biosimilare negli USA
I farmaci biologici, si legge nel comunicato dell’FDA, generalmente sono derivati da un organismo vivente e possono provenire da molte fonti, tra cui esseri umani, animali, microrganismi o lieviti.
Un farmaco biosimilare è un prodotto biologico, prosegue l’FDA, che viene approvato in base al fatto che sia altamente simile ad un farmaco biologico già approvato, noto come “prodotto di riferimento”.
Il biosimilare deve anche dimostrare di non presentare differenze clinicamente significative in termini di sicurezza ed efficacia del prodotto di riferimento. Nei biosimilari sono consentite solo piccole differenze nei componenti clinicamente inattivi.
Filgrastim-sndz, è approvato per le stesse indicazioni del prodotto di riferimento e può essere prescritto da un professionista sanitario per:
- pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia mielosoppressiva;
- pazienti con leucemia mieloide acuta in chemioterapia di induzione o di consolidamento;
- pazienti con di tumore sottoposti a trapianto di midollo osseo;
- pazienti sottoposti a raccolta di cellule staminali periferiche autologhe e terapia;
- pazienti con grave neutropenia cronica.
“I biosimilari forniranno l’accesso alle terapie importanti per i pazienti che ne hanno bisogno” ha dichiarato il commissario della FDA Margaret A. Hamburg “i pazienti e gli operatori sanitari possono essere sicuri che i prodotti approvati dall’FDA rispettano gli standard rigorosi di sicurezza, efficacia e qualità dell’Agenzia”.
L’approvazione da parte dell’FDA si basa sulla revisione delle evidenze che comprendeva la caratterizzazione strutturale e funzionale, i dati degli studi preclinici, i dati di farmacocinetica e farmacodinamica umani, i dati clinici di immunogenicità e altri dati di sicurezza clinica e di efficacia che dimostrano la biosimilarità rispetto al prodotto di riferimento.
The side effects più comuni legati al farmaco sono dolori alle ossa o ai muscoli e arrossamento, gonfiore o prurito al sito di iniezione. Effetti indesiderati gravi possono includere la rottura della milza; gravi reazioni allergiche che possono causare eruzioni cutanee, mancanza di respiro, respiro affannoso e/o gonfiore intorno alla bocca e agli occhi; tachicardia e sudorazione e la sindrome da distress respiratorio acuto.
Leggi il comunicato originale dell’FDA