La direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna, Kyriakoula Petropulacos, è intervenuta in Commissione Salute della Regione Emilia Romagna presieduta dalla On. Soncini (in the photo above)
In un intervento l’On. Daniele Marchetti, l’unico che si è “ricordato” degli ISF e che ringraziamo, ha chiesto come e in quale fase il piano vaccinale regionale Covid inserisca gli ISF. E ha dovuto anche ripetere la domanda in quanto l’illustre direttrice si era dimenticata di rispondere. Evidentemente per lei è un argomento irrilevante.
La Direttrice Petrapulacos ha risposto: «Allo stato attuale non è previsto l’inserimento degli Informatori Scientifici del Farmaco dal piano nazionale in nessuna categoria perché non si tratta di servizi essenziali e diciamo che tendenzialmente anche secondo le nostre indicazioni la loro presenza all’interno degli ospedali che sono gli unici che devono essere considerati covid free deve essere strettamente controllata dopo di ché questa presenza di una categoria “particolare” che nell’ambito delle attività che si svilupperanno quando avremo più vaccini a disposizione sarà possibile interessare fra quelle popolazioni di riservisti da attivare quando ci saranno spazi liberi lasciati da altri».
È vero gli ISF non sono nominalmente inseriti nel piano vaccinale nazionale ma lo stesso piano prevede anche l’individuazione di categorie a rischio, cosa che la Direttrice sicuramente sa, facendo parte del Comitato tecnico-scientifico che supporta il capo del Dipartimento della Protezione civile. Queste categorie devono essere individuate dalle regioni e già ben 7 regioni hanno riconosciuto agli ISF priorità vaccinale.
Il Prof. Viale, noto infettivologo di Bologna, in due occasioni ha prima affermato l’importanza degli ISF e in seguito ha affermato che anche gli ISF vanno inseriti nelle priorità vaccinali. Ma sicuramente la Dr.ssa Petrapulacos è più competente del Prof. Viale.
Fra l’altro ne risulta una incomprensibile disparità di trattamento degli ISF in Italia, disparità che dipende solo dalla residenza. In Emilia Romagna, se proprio non c’è nessun altro da vaccinare, se avanzano delle dosi, si può pensare di vaccinare anche questi non essenziali individui. Che non lavorino per altri diversi mesi non ha nessuna importanza (per lei).
Ed è sconcertante osservare che mentre il Presidente della Regione Emilia Romagna esprime la massima attenzione alle problematiche della categoria degli ISF alla Presidente Commissione Lavoro della Camera, il giorno dopo la direttrice generale Cura della Persona, Salute e Walfare dell’Emilia Romagna dica che il lavoro degli ISF, e quindi gli ISF, non sono essenziali. O i due non sono d’accordo o il Presidente Bonaccini dice una balla. Tertium non datur.
The video integrale. Interrogazione On. Marchetti al min. 50:00. La risposta della Direttrice Petropulacos al min. 2:03:25
“Nella fase 2 verrà data priorità a persone con patologie che le mette a rischio di morte superiore di almeno 10 volte per Covid. Nell’ambito della disabilità troviamo la sindrome di Down e con esiti di paralisi cerebrale infantile perché hanno mortalità incrementato” ha spiegato la direttrice dell’assessorato regionale Kyria Petropulacos.
“Lo stesso discorso vale per le categorie considerate essenziali. Gli informatori scientifici del farmaco, ad esempio, che sono oltre 3500 sul territorio regionale e operano in luoghi sensibili, dove verranno inseriti?” ha domandato Marchetti. “Non si tratta di servizi essenziali e la loro presenza all’interno degli ospedali è minima. Ad oggi non sono stati inseriti” ha spiegato Petropulacos.
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