Centinaia di morti in più: sembra questo il risultato del calo di vaccinazioni contro l’influenza che si è avuto negli anziani lo scorso inverno dovuto al “caso Fluad”, ossia al ritiro del vaccino antinfluenzale di Novartis da parte dell’Aifa.
It is not amazed Charles Signorelli, presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), anch’egli presente al
Sarà importante fare buon uso di questo dato, che conferma l’utilità del vaccino, infatti, come ha detto Signorelli, «il prossimo anno sarà molto impegnativo proporre la campagna antinfluenzale e riprendere quelle percentuali che l’Organizzazione mondiale della sanità indica come ottimali per una copertura efficace».
Ricciardi ha ricordato che uno degli effetti del calo delle vaccinazioni è stato il sovraffollamento che ha caratterizzato alcuni pronto soccorso nei mesi invernali, mentre «i vaccini contro l’influenza sono estremamente sicuri e non ci sono dubbi neanche sull’efficacia».
Renato Torlaschi – Wednesday, April 15, 2015 – Doctor33
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Inaccurate knowledge of vaccinations as a means of prevention of many diseases
Dagli ultimi dati disponibili per la stagione antinfluenzale 2013-2014, risulta infatti che solo il 55,4% della popolazione di over 65 anni si è vaccinata, realizzando un tasso di copertura ben al di sotto degli obiettivi di sanità pubblica indicati da Organizzazione mondiale della sanità e Consiglio europeo, che sono del 75% come soglia minima e del 95% come soglia ottimale. E quest’anno i primi dati indicano addirittura una riduzione del 20-30% delle vaccinazioni antinfluenzali. Sono i numeri illustrati a Roma al convegno sui temi dell’invecchiamento e della prevenzione promosso da Italia Longeva.
Gli anziani, secondo l’indagine, sono poco interessati anche ad altre vaccinazioni, ugualmente importanti, come quella contro la polmonite da pneumococco (lo è soltanto uno su 3). La scelta di vaccinarsi viene piuttosto presa di volta in volta e sulla decisione pesano diversi fattori tra cui la percezione del rischio e il livello di informazione. “Il problema principale è proprio la percezione del rischio”, ha affermato Ketty Vaccaro, responsabile del settore Welfare e Salute del Censis.
“Se l’età è quasi un fattore soggettivo e l’informazione è spesso insufficiente, se non confusa e contraddittoria, sono il consiglio del medico curante (per il 45,1% del campione) e la familiarità con questa forma di prevenzione acquisita tramite la vaccinazione contro l’influenza i fattori in grado di incidere sull’interesse e lo sviluppo della vaccinazione tra gli anziani”.
“Nonostante il peso delle malattie infettive sulla popolazione anziana – ha detto Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – la vaccinazione per questo target non è considerata un intervento sanitario di routine e risulta fortemente sottoutilizzata. Basti pensare che nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2014, a fronte di un’offerta articolata per l’infanzia e l’adolescenza, vi è un’unica vaccinazione, quella antiinfluenzale, raccomandata per gli ultra 65enni”.