By James Giannecchini on November 13, 2012
Sembra una notizia antica ma non lo è: Federaisf, la Federazione delle Associazioni di Scientific informants, collected and sent to the President of the Council of Ministers Mario Monti, to Corrado Passera Minister of Economic Development and Infrastructure and Transport, to Renato Balduzzi Minister of Health, ed al sottosegretario all’Economia e alle Finanze Gianfranco Polillo, una lettera con la raccolta firme che racchiude ben 1125 firme a favore dell’abrogazione del comma 11 bis dell’art.15 della legge n. 135/2012, ovvero la famigerata “Spending Review”. Non vogliamo essere ironici, non ci compete, ma con questo Governo non sembrano funzionare le forme di protesta, ne leggere ne quelle più minacciose. Gli informatori scientifici si sono sentiti in dovere di far sentire la loro voce in merito, forse con un po’ di ritardo visto che la Spending Review anima le proteste di diverse categorie da mesi, ma probabilmente Federaisf ha solo lasciato la precedenza a chi era più coinvolto, ma visti i risultati miserevoli, anche gli informatori scientifici si sono sentiti in dovere di prendere posizione contro la norma che obbliga all’indicazione del active principle nella ricetta; norma che potrebbe causare qualche difficoltà anche agli informatori: “(La norma, Ndr) pone il problema di incostituzionalità perché palesemente in contrasto con le disposizioni che regolano il libero mercato. Senza alcun risparmio o vantaggio per lo Stato; penalizzando la maggior parte delle pharmaceutical companies con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro tra gli informatori scientifici del farmaco”. These are the words of Roberto Bevilacqua national secretary of Federaisf. We believe that if not even the pharmaceutical companies, ne italiane ne estere, con pressioni e minacce, siano riuscite a spostare di una virgola la “ferrea disciplina della forbice” che anima questo Governo tecnico, non saranno certo le tante firme raccolte dalla Federazione degli informatori scientifici a far ravvedere i vari ministeri. Ovviamente Federaisf ha fatto il lavoro che poteva fare, quando ha ritenuto giusto farlo e nei modi che le sono consentiti, correttamente e dignitosamente, ma non c’è da aspettarsi risposte da parte pubblica.