Roma, 11 maggio 2017 – Più diritti e tutele ma molto di più si poteva fare per la competitività. Meglio il testo preparato dal Governo che quello che è stato licenziato dalle Camere.
“Finalmente ieri dopo un lunghissimo periodo di gestazione durato un anno e mezzo dopo blocchi al Senato, poi alla Camera e poi di nuovo al Senato, lavori che il CoLAP ha seguito sempre in prima linea – apre la Presidente Emiliana Alessandrucci – un segnale positivo dalla politica è stato dato ad una platea di oltre 2 milioni di Partite iva e collaboratori. Il vero primo risultato è l’attenzione che ci ha dato la politica, per la prima volta nella storia di questo Paese; è un risultato anche della legge 4/2013 che ha portato alla ribalta il mondo delle professioni associative ricompattando il mondo professionale italiano, oggi abbiamo un testo unico per ordinisti e associativi mi sembra un gran obiettivo raggiunto!”
– Maggiori tutele per la maternità: indennità senza astensione, introduzione dell’indennità per congedo parentale di sei mesi da usufruire entro i primi tre anni di vita del bambino, con possibilità di usufruire di una sostituzione temporanea da parte di un collega di fiducia che abbia le stesse competenze.
“Bene la parte sulle nuove tutele per la maternità, poco convincente il congedo parentale – sottolinea Emiliana Alessandrucci – per le lavoratrici autonome è impensabile stare a casa per un lungo periodo così come avviene per le lavoratrici dipendenti: il cliente non ci aspetta!”.
– Per la malattia equiparazione del periodo per le cure lunghe (vedi le oncologiche) alla degenza ospedaliera con corrispettiva indennità e sospensione del versamento dei contributi per due anni, rateizzando il debito successivamente.
“Provvedimento questo necessario, i lavoratori e le lavoratrici a partita iva della gestione separata – incalza la Presidente – vivevano un’ingiustizia che è stata ora sanata, basta essere cittadini di serie b”.
“Ma non possiamo dunque che gioire a metà per questo testo tanto agognato: doveva essere un testo che ricuciva le fratture del passato che tanto avevano fatto male alle nostre professioni, e invece nel primo passaggio al Senato l’introduzione dell’art. 5 rafforza solo una parte e rischia di creare nuove riserve di legge (la possibilità di esercitare solo per i professionisti ordinisti, specifici atti pubblici) – spiega la Alessandrucci”.
“Molto ancora si può fare: pagamenti, incentivazione della fatturazione elettronica anche per i privati, incentivi per la digitalizzazione, defiscalizzazione, semplificazione e maggiore valorizzazione delle competenze”.
“Relativamente all’equo compenso continuiamo a ribadire che non è uno strumento efficace né tantomeno applicabile– chiosa la Presidente – è un riportare il lavoro autonomo sotto l’immagine del lavoro dipendente, intanto potremmo lavorare con il nostro più grande cliente la PA per rivedere le gare al minimo ribasso e valorizzare anche con il compenso competenze e capacità”.
“Noi continueremo la nostra battaglia – conclude la Presidente Alessandrucci – è un provvedimento vitale per noi e sentiamo l’esigenza di migliorarlo ancora, non possiamo rischiare che problemi “politici” rallentino il nostro percorso di crescita ( a marzo le partite iva hanno un più intorno al 9%), non possiamo farlo perché qui si parla della vita di molti italiani e delle loro famiglie; e soprattutto perché il nostro mercato professionale ha bisogno di eliminare i diritti acquisiti immotivatamente e di rafforzare la competitività”.
Un ringraziamento sentito a chi ha reso possibile questo importante traguardo:
Il prof. Tommaso Nannicini e il Prof. Marco Leonardi della Presidenza del Consiglio e il Prof. Maurizio del Conte di ANPAL che sempre hanno ascoltato le nostre proposte con molta attenzione e sensibilità.
Infine vogliamo citare il “team” delle giovani donne che in questo percorso ci hanno sostenuti e hanno dato voce alle nostre battaglie in parlamento:
Grazie a Chiara Gribaudo, Alessia Rotta, Valentina Paris e alla senatrice Annamaria Parente.
CoLAP. “Il Jobs Act del Lavoro autonomo è legge: un buon risultato non eccellente”