Sono state pubblicate le Linee guida aggiornate per l’adeguamento delle procedure informatiche della ricetta elettronica, in seguito all’obbligo di indicazione del principio attivo nella ricetta del Servizio sanitario nazionale. Medici di famiglia, farmacisti e aziende farmaceutiche hanno però espresso la necessità di rivedere urgentemente il documento, attraverso una lettera inviata al ministero della Salute. Le Linee guida forniscono le indicazioni per adeguare i sistemi informatici di medici, farmacie e Regioni alle norme previste dalla spending review sulla prescrizione per principio attivo, ma Fimmg, Federfarma e Farmindustria rilevano anomalie. «I rilievi sono diversi per le tre categorie – ha spiegato il segretario nazionale Federfarma Alfonso Misasi – però più o meno fanno riferimento allo stesso discorso, che in queste linee guida non si è tenuto conto della normativa vigente». Si tratta soprattutto di questioni tecniche: «per quanto riguarda noi farmacisti, ci viene imposta la rilevazione visiva della non sostituibilità dalla ricetta e non con sistemi di rilevazione ottica e questo crea dei problemi nell’elaborazione delle ricette. Per quanto riguarda Farmindustria c’è la richiesta di una dicitura non prevista dalla legge sui generici. C’è poi un problema che riguarda soprattutto il medico e che non è solo tecnico». Lo conferma il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale James Milillo, a Fimmg Notizie: «il testo è da rivedere, il regolamento prevede infatti anche per la ripetizione di una prescrizione di una terapia cronica, se indicata dal medico la non sostituibilità, un’annotazione non prevista dalla legge e questo rappresenta un’inutile complicazione burocratica. Il regolamento inoltre non prevede alcuna revisione delle codifiche necessarie a identificare con certezza le forme farmaceutiche prescritte con il solo principio attivo: questo renderebbe impossibile la dematerializzazione delle prescrizioni». Ma medici e farmacisti sollevano anche una questione di metodo. «Avevamo già chiesto di essere presenti al tavolo, – lamenta Misasi – c’erano gli ordini dei medici e dei farmacisti che però sono deputati a problemi diversi più che alla gestione pratica del lavoro: alla fine è venuto fuori qualcosa di scarsamente applicabile».
27 marzo 2013 – DoctorNews33