Coronavirus, corsa al vaccino. La casa farmaceutica Moderna: “Il nostro efficace al 94.5%”
Quotidiano italiano – 16 novembre 2020
Le prime 20 milioni di dosi saranno destinate al mercato americano e si calcola saranno prodotte entro il 2020. L’anno prossimo invece, le altre dosi comprese tra 500 milioni e un miliardo, saranno destinate al mercato globale.
Il prezzo, stando ad alcune notizie, è di 25 dollari e includerà probabilmente anche una quota di profitto. Le altre aziende finora hanno annunciato che lo venderanno a prezzo di costo, almeno fino a quando permarrà la dichiarazione di pandemia.
Al momento, stando alle notizie apprese, il vaccino di Moderna non ha effetti collaterali se non qualche linea di febbre e indolenzimento nel punto dell’iniezione. Rispetto al vaccino della Pfizer, la seconda dose dovrà essere somministrata dopo quattro settimane.
La fase sperimentale è iniziata il 27 luglio, lo stesso giorno di Pzifer, e ha coinvolto 30mila volontari. A metà è stato somministrato il vaccino, all’altra metà un placebo.
Tra quelli a cui è stato somministrato il placebo, in 90 si sono ammalati, 11 gravemente, mentre quelli sottoposti a vaccino solo in 5 hanno contratto il covid, ma non in forma grave. Quindici dei 95 contagiati avevano più di 65 anni. Da questi numeri si calcola il valore dell’efficacia, che è appunto del 94,5%.
Al momento è lasciata aperta la domanda sul tipo di immunità: se sterilizzante (il vaccino impedisce di infettarsi e di contagiare gli altri) o solo dai sintomi (i vaccinati non si ammalano in modo grave ma possono trasmettere il virus agli altri).
Lo studio di Moderna, denominato COVE, illustra l’efficacia del vaccino sulla base dei casi confermati di Covid-19 nell’arco di due settimane dalla somministrazione. Su 95 volontari, 90 avevano ricevuto un placebo, solo in cinque di loro era presente l’mRNA-1273. Undici persone appartenenti al gruppo placebo hanno sviluppato forme gravi della malattia, tutti i cinque vaccinati sono risultati invece negativi.
Il limite di questo riscontro, oltre alla evidente preliminarietà – come riportano gli stessi autori – consiste nel fatto che i nuovi casi tendono a palesarsi nel tempo, questo potrebbe portare a un aggiornamento della loro stima. È infatti sulla base di questo singolo riscontro che leggiamo di una efficacia del 94,5%. Del resto sul totale di 95 persone, 15 erano over 65, ovvero i soggetti più a rischio. Non sappiamo al momento come erano distribuiti tra gruppo di controllo (quello a cui è stato somministrato il placebo) e gruppo di persone effettivamente vaccinate.
Del resto, gli autori del comunicato assicurano che «L’analisi preliminare suggerisce un profilo di sicurezza ed efficacia sostanzialmente coerente in tutti i sottogruppi valutati». Così come nel caso di Pfizer, è molto improbabile che si lancino annunci iperbolici in queste ultime fasi, anche se sarebbe meglio attendere di leggere degli studi veri e propri, prima di cantare vittoria.
Le prime dosi del vaccino di Moderna, tutte quelle del 2020, sono riservate agli Stati Uniti. “Per gli impianti di fabbricazione in Svizzera e Spagna abbiamo fatto tutti gli investimenti da soli, senza supporto locale” sottolinea Zaks, Chief medical officer dell’azienda di Cambridge, Massachusetts
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Iniettare una sequenza di mRNA in modo che entri nella cellula non è un passaggio semplice. Difatti, nel nostro corpo sono presenti le ribonucleasi, enzimi che catalizzano l’idrolisi dell’RNA e rendono quindi rischioso il viaggio del ribonucleotide. Inoltre, per l’mRNA carico negativamente è difficile attraversare la membrana plasmatica. La soluzione è un sistema di trasporto che garantisca l’accesso all’mRNA integro nella cellula, senza dover usare un vettore virale: le nanoparticelle lipidiche (LNP). Questa struttura trasporta la molecola di interesse proteggendola con un doppio strato lipidico. Vediamo quali sono i vantaggi che ne conseguono.
- Il vaccino non contiene agenti patogeni attenuati: non è infettivo
- L’mRNA non necessita di entrare nel nucleo in quanto la sintesi proteica avviene nel citoplasma: questo facilita la sua attività
- Il vaccino a mRNA può essere prodotto molto rapidamente, caratteristica fondamentale nel mezzo di una pandemia
AstraZeneca, Janssen e CanSino Biologics utilizzano invece dei vettori virali (virus resi innocui e incapaci di infettare), per agevolare il trasporto di un frammento di RNA codificante l’antigene o la sequenza RNA del virus (in laboratorio), che sintetizzano proteine o frammenti di proteine del capside virale. Conseguentemente, iniettandole nell’organismo combinate con sostanze che esaltano la risposta immunitaria, si induce la risposta anticorpale da parte dell’individuo. Il vaccino russo Gam-COVID-Vac (Sputnik V) è un vaccino a due vettori basato sull’adenovirus umano che esprime la proteina spike di SARS-CoV-2 per stimolare una risposta immunitaria.
Il vaccino basato sull’adenovirus Ad26 viene utilizzato per la prima dose e il vaccino basato sull’adenovirus Ad5 viene utilizzato il 21° giorno per potenziare la risposta immunitaria.
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