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16 MAR – Anche nel 2014 un andamento “tradizionale” per il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione: i ricavi tengono (+0,4%) mentre diminuiscono il numero di confezioni acquistate (-2,4%) anche per la crescente concorrenza dai prodotti salutistici da banco a connotazione farmaceutica (integratori, prodotti erboristici, etc).
In particolare, secondo dati IMS Health, i prodotti salutistici da banco a connotazione farmaceutica – spesso erroneamente assimilati ai medicinali senza obbligo di prescrizione o con essi a volte confusi – rappresentano quasi il 40% delle vendite non farmaceutiche di farmacia, parafarmacia e corner della Grande Distribuzione Organizzata registrando una crescita sia dei volumi (+5,5%) sia dei fatturati (+7,3%). Se ad essi si aggiungono gli altri segmenti di prodotti destinati
Di questi, secondo quanto emerge dall’analisi dei dati di mercato 2014 condotta da Assosalute sui dati IMS Health, il 22,1% è costituito dai farmaci senza obbligo di prescrizione con quasi 305 milioni di confezioni di farmaci da banco vendute per un giro di affari di 2,4 miliardi di euro.
Come vanno Otc e Sop. Nel dettaglio, dall’analisi delle due categorie che costituiscono l’insieme dei farmaci senza obbligo di ricetta (SOP e OTC), si osserva una contrazione dei volumi (-1,4%) e un fatturato in crescita, seppur di misura, e pari a quasi 1,8 miliardi di euro per i farmaci di automedicazione o OTC (quelli cioè per i quali è consentita la comunicazione al grande pubblico) e una flessione del 5,3% delle confezioni vendute per i SOP (per i quali invece la comunicazione è vietata) che registrano un giro d’affari in flessione e pari a quasi 638 milioni di euro.
Tra i canali, è la farmacia a detenere la quota maggiore di vendite di farmaci senza ricetta (91% a volumi, oltre il 92% a valori). Tuttavia, sia le parafarmacie che i corner della GDO fanno osservare un andamento positivo non solo dei ricavi ma anche dei volumi, per quanto la parafarmacia registri un rallentamento nel ritmo di crescita: sembrano riassorbiti gli effetti dei processi di riclassificazione da farmaco con obbligo di ricetta a carico del cittadino a farmaco senza obbligo di prescrizione operati dal 2012.
Guardando invece alle classi terapeutiche, il primo posto rimane sempre ai farmaci per le affezioni respiratorie (tosse, raffreddore, etc.) – oltre 100 milioni di confezioni vendute –, in flessione data la minore incidenza delle sindromi da raffreddamento lo scorso inverno; seguono al secondo posto i farmaci per l’apparato digerente (oltre 64 milioni di confezioni) e al terzo gli analgesici (oltre 60 milioni di confezioni).
Quarto posto per i dermatologici (oltre 27 milioni di confezioni), seguiti dai farmaci per l’apparato circolatorio (quasi 13 milioni di confezioni), i farmaci a base di vitamine/minerali (9,7 milioni di pezzi) in pesante contrazione anche a causa del passaggio di molti di questi medicinali alla categoria di prodotti notificati, e dagli oftalmici (oltre 9 milioni di confezioni).