Lo scenario sembra da film di fantascienza ma presto sarà realtà. Italia, 2028: trentatremila medici di famiglia sono andati in pensione, solo undicimila nuovi medici di famiglia li hanno sostituiti. Risultato: 14 milioni di persone sono rimasti senza medico di base oppure con un’assistenza sanitaria insufficiente.
A denunciare questi nuovi possibili risvolti, che oltre a rendere inarginabile l’emorragia di medici di famiglia aumenterebbero le disuguaglianze di salute tra Regioni più o meno popolose, è il presidente della Phnomceo, Filippo Anelli.
“Se a questa ripartizione, che non possiamo che definire scriteriata, e al numero gravemente insufficiente di borse, che andrebbero almeno raddoppiate, aggiungiamo il tentativo, in discussione presso il Ministero, di mettere in atto un ‘task shifting’, un trasferimento di competenze dal medico verso altre figure professionali sanitarie, il quadro è completo: non ci resta che rassegnarci a recitare il De profundis per la Medicina Generale” continua Rings.
“Tutte queste possibili soluzioni per aumentare il numero di borse saranno messe sul tappeto nella prossima riunione del Tavolo tecnico sulle problematiche in materia di Medicina generale, che, prontamente riattivato dal Ministro Lorenzin, si riunirà venerdì 9 marzo alle 12 – annuncia -. Non possiamo però non rivedere anche il criterio di ripartizione, per garantire un corretto ed efficiente turnover dei medici di base”
“Ringraziamo dunque il Ministro per la sensibilità dimostrata alle nostre istanze e per la tempestiva riapertura del Tavolo – he concludes Rings –. Lanciamo un nuovo appello al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ancora a Beatrice Lorenzin e al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Stefano Bonaccini, affinché intervengano per far sì che la popolazione non sia privata di questo livello primario di assistenza, facilmente, equamente e capillarmente accessibile, e qualificato per legge come un Lea”.
Ufficio Stampa Fnomceo – 1 marzo 2018
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