Roma, 13 marzo – Nella partita per la presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco, ormai giunta alle battute finali, irrompe il nodo del conflitto di interessi, problema emerso già nello scorso mese di novembre, quando tra i “papabili” per l’importante carica iniziò a circolare il nome di Giuseppe Remuzzi (in the picture), nefrologo di chiarissima fama, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII (ex Ospedali Riuniti) di Bergamo e coordinatore delle ricerche del Centro di ricerche cliniche per le malattie rare dell’Istituto Mario Negri.
Remuzzi è – insieme a Carlo Gaudio And Stephen Vella – nel tris di nomi appena ufficializzati dai governatori delle Regioni in una lettera inviata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin (cfr. RIFday del 10 marzo)
Inoltre si deve dichiarare di non trovarsi in una condizione di inconferibilità e incompatibilità (di cui al decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39). La norma (art. 4) prevede una inconferibilità di incarichi a chi, nei due anni precedenti, abbia ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico.
Inoltre Remuzzi, nato nel 1949, a fronte di un mandato di 5 anni finirebbe per superare il limite previsto dalla Legge Madia sugli incarichi nella pubblica amministrazione.
Se e quanto questi rilievi possano essere d’ostacolo alla nomina di Remuzzi (che, ancorché non indicato unanimemente, è il nome che gode di un numero maggiore di consensi rispetto a Vella e Gaudio), lo si vedrà molto presto.
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