MILANO L’inchiesta sulle case di cura di Varese sta facendo luce sul ruolo del senatore Antonio Tomassini (Pdl), figura chiave dei rapporti tra il dg della sanità lombarda Carlo Lucchina e gli imprenditori edili Sandro e Antonello Polita. Secondo la tesi degli inquirenti, Tomassini avrebbe introdotto e aiutato i Polita ad avere dei contratti con il settore sanitario della Regione Lombardia, grazie ai suoi rapporti con Lucchina (entrambi sono di Varese), ma poi, per avere ricambiato il favore, avrebbe riempito di richieste non più sostenibili i Polita. Per lui quindi le ipotesi di reato potrebbero essere sia di corruzione che di concussione.
Gli imprenditori, da presunti beneficiari dei rapporti tra Tomassini e Lucchina, si sarebbero quindi trasformati in vittime. Ad appurarlo sarebbe stata lo scorso giugno la Gdf, che avrebbe trovato dentro un palazzo di proprietà dei Polita, in via Sommariva a Gallarate (Varese), la documentazione di ricevute pagate dagli imprenditori ad un artigiano per 300 milioni, per la ristrutturazione di ville di cui sarebbe titolare Tomassini. Si parla, in base alle prime ricostruzioni, anche di altre "forzature" volute da Tomassini, come la richiesta di una sponsorizzazione da parte dei Polita alla squadra di basket della città. Tutto questo per aver aiutato i Polita a ricevere l’accreditamento della clinica La Quiete attraverso Lucchina che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver ricevuto tangenti o favori.
I Polita, per uscire dalla situazione, si sono quindi mossi da soli in procura a Milano, con più di una decina di esposti durante il 2012. Dal capoluogo lombardo, lo scorso 7 dicembre, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha poi passato il suo fascicolo ai colleghi di Varese. Nel mirino del procuratore di Varese Agostino Abate c’è ora la gestione e il sistema di accreditamento al sistema sanitario pubblico di due cliniche. Oltre a La Quiete di Varese, c’è anche Miralago di Cuasso al Monte, in provincia di Varese. Per ora tutte e quattro le persone coinvolte nella vicenda risultano indagate per corruzione o concussione. A questo si aggiungerebbe, secondo le indiscrezioni, un quinto indagato, probabilmente una segretaria che ha lavorato sia con l’ex politico democristiano Antonio De Feo sia con Tomassini. De Feo, che non risulta iscritto al registro degli indagati, ha ricevuto due giorni fa la visita della Gdf nella sua abitazione.
La Quiete è già da anni al centro di approfondimenti da parte degli inquirenti di Varese, e infatti la Gdf era già entrata da tempo in possesso della documentazione necessaria alle indagini (mentre invece si è recata due giorni fa nella clinica Miralago). Prima è stata portata al fallimento dai fratelli Polita, poi è stata successivamente rilevata dai fratelli Riva, e infine acquistata dal gruppo Sant’Alessandro di Roma.
Secondo il governatore Roberto Formigoni, la nuova inchiesta sulla sanità lombarda è «l’ennesima montatura contro la Regione Lombardia, che non c’entra nulla». Lo ste