Oltre alla beffa, il danno, sia per l’industria farmaceutica, che è leva strategica per il Paese, sia per la salute dei cittadini
Comunicato congiunto Farmindustria Egualia – 20 dicembre 2024
“Le aziende farmaceutiche, già colpite da una Legge di Bilancio che rappresenta una “mazzata” per la sua competitività, hanno appreso – leggendo la stampa specializzata – che l’applicazione del regolamento UE sulla
In un comunicato congiunto diffuso oggi Farmindustria ed Egualia segnalano così la gravità estrema di una situazione definita “surreale“.
Al centro dell’emergenza segnalata le misure che prevedono a partire da 9 febbraio 2025 l’abolizione della fustella (il bollino che identifica in modo univoco ciascuna confezione farmaceutica) e la sua sostituzione con il Datamatrix, ovvero il codice a barre alla base del sistema di tracciatura in vigore dal febbraio 2019 il tutti gli Stati Membri, salvo la deroga di 6 anni di cui hanno usufruito Italia e Grecia, dotate di sistemi di nazionali di anticontraffazione particolarmente efficienti.
La normativa ipotizzata dal Dlgs, che ha avuto il primo via libera nel Consiglio dei Ministri del 30 agosto, e che sarebbe all’ordine del giorno dell’odierna seduta del preconsiglio del Ministri, desta vivissime preoccupazioni, risultando impraticabile per le aziende.
Criticità insuperabile l’assenza di una effettiva e irrinunciabile proroga di almeno 18/24 mesi per gli adempimenti richiesti alle aziende farmaceutiche con la conseguente moratoria sulle sanzioni pecuniarie previste in caso di mancato adeguamento. In assenza di un periodo di transizione, i responsabili dei siti produttivi non avrebbero nessuna tutela legale nel rilasciare in commercio lotti di medicinali con il bollino ottico e in assenza dei decreti attuativi e dei provvedimenti tecnici ancillari i siti produttivi non potreanno ordinare macchinari, effettuare convalide e aggiornare le linee di confezionamento secondario. In sostanza le aziende si troverebbero nell’impossibilità di adempiere agli obblighi di legge e quindi di procedere al rilascio dei lotti dopo il 9 febbraio 2025. Ne deriverebbe il blocco della produzione, con effetti negativi su disponibilità dei prodotti, crescita e occupazione.
“Uno stato di crisi, dunque, con conseguenze pesanti per tutto il Paese, che deve essere evitato senz’altro – prosegue la nota – . L’industria ha più volte rappresentato alle Istituzioni questi rischi sin dal 2022, offrendo la più ampia disponibilità al confronto. Il meccanismo come ciliegia sulla torta prevederebbe in Italia, rispetto alla normativa Ue, anche il persistere di ulteriori dispositivi da apporre sulle confezioni che genereranno costi aggiuntivi per le imprese e complessità industriali, sinora del tutto ignorate. A pagarne le spese sarebbero pure i cittadini che vedrebbero messa in seria discussione la tutela della salute”.
“Senza l’immediata presa d’atto da parte del Governo di quanto segnalato dall’industria, da sempre impegnata per la continuità nella fornitura dei medicinali – conclude la nota – le imprese sarebbero costrette a dichiarare, senza alcuna responsabilità, carenze per moltissimi medicinali con prevedibili allarmi sociali. Sarebbe un esito incredibile per quanti hanno a cuore il bene dell’Italia. E l’industria farmaceutica è certamente tra questi”.
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