Prot: ll/01/03
Lo scandalo di Firenze è stato ancora una volta motivo di criminalizzazione degli Isf ad opera di una stampa fuorviante che superficialmente scarica sui lavoratori dipendenti le responsabilità di un management incapace di utilizzare le opportunità che offrono le privative brevettuali e le autorizzazioni all’immissione in commercio riservate alla farmaceutica e che rincorre, con sempre maggiore frequenza, alla illecita promozione dei farmaci al fine di aumentarne l’uso e i consumi con grave danno alla salute dei cittadini.
Taluni giornali, infatti, hanno proposto come informatore un manager di una nota multinazionale al quale sarebbe stato peraltro imposto il “divieto di esercitare l’attività imprenditoriale di divulgazione dei farmaci per due mesi”, ignorando palesemente che l’Isf non è un manager, bensì un lavoratore dipendente e, come tale, gli è fatto divieto di svolgere qualsiasi attività imprenditoriale diretta.
Peraltro, negli stessi articoli si afferma che il prof. “si era accordato con le case farmaceutiche”