Passo dell’Emilia Romagna verso la ricetta de materializzata. Nel Reggiano e nel Parmense (ma non solo) molti medici già inviano le prescrizioni nel sistema di accoglienza regionale, e i pazienti le ritrovano in farmacia. Il 1° luglio è stata firmata un’intesa per "dematerializzare" le ricette per i farmaci (Dema) tra regione e sindacati Smi, Fimmg ed Intesa Sindacale; Snami non ha firmato. Si avvia così un processo che culminerà entro il 2015 quando ai mmg sarà possibile prescrivere online anche esami e visite specialistiche. «Progressivamente, ai pazienti sarà rilasciata non più la ricetta rossa più costosa ma un promemoria stampato in formato A4, diversamente da altre realtà come il Veneto dove si continua ad utilizzare la ricetta rossa (o dal Trentino dove la de materializzazione è completa, ndr). La Regione – spiega Alessandro Chiari, segretario Sindacato Medici Italiani-Smi emiliano – aveva chiesto al ministero della Salute una proroga ma non è stato possibile. Si è decisa allora una partenza progressiva: le Asl nei cui territori la connettività è buona partiranno prima delle altre. In queste realtà il paziente andrà in farmacia con il codice della sua prescrizione consegnato dal curante più il suo codice fiscale riportato nella tessera. In una prima fase la stampa della ricetta in A4 servirà come ulteriore sicurezza».
Per ora la ricetta resta “rossa” per le impegnative di esami e visite, e per i farmaci distribuiti per conto, stupefacenti e sostanze psicotrope. Per i medici emiliani non sono previsti compensi ma, oltre alla carta per i promemoria, la regione fornirà i nuovi computer capaci di supportare programmi come Windows 7 a chi è "fermo" a Windows XP. Se la connettività venisse meno, e non si potesse spedire, i programmi andranno in una modalità compatibile e si potrà stampare la vecchia ricetta rossa senza interrompere il lavoro. La regione parla di tempi medi di stampa bassi, altri sindacati no. «Smi è fiducioso nella rapida introduzione di un programma gestionale regionale unico per l’assistenza primaria come c’è già per la continuità assistenziale, che può risolvere molti problemi
Mauro Miserendino