Crescono i debiti verso i fornitori

ROBERTO TURNO

Secondo la Corte dei conti nel 2011 hanno superato i 37 miliardi di euro, in aumento di 1,5 miliardi rispetto al 2010 Crescono i debiti verso i fornitori La spesa sanitaria a quota 74,5% delle uscite correnti locali

ROMA. Continua a crescere vertiginosamente il debito di Asl e ospedali verso i fornitori di beni e servizi indispensabili per far marciare la macchina della sanità pubblica. Nel 2011 ha raggiunto un`esposizione che varia tra i 37 e i 40 miliardi di euro, a un ritmo almeno del +5-10% rispetto all`anno precedente. Un saldo negativo che vede in debito d`ossigeno soprattutto le Regioni a statuto ordinario e in massima difficoltà quelle cornmissariate e sottoposte a piani di rientro dai deficit. Un vero e proprio macigno per i conti regionali – e naturalmente per i creditori che devono aspettare in media più di un anno prima di ottenere i rimborsi – sui quali il peso della spesa sanitaria rispetto alla spesa corrente complessiva diventa sempre più ingombrante: in media, nel 2011, la spesa sanitaria ha raggiunto 11 74,5% dell`intera spesa corrente locale (+1,5% sul 2010) ma con punte dell`88,7% in Veneto e con valori dell`81,3% nelle Regioni ordinarie, contro il 51,8% in quelle a statuto speciale. Arriva dalla Corte dei conti, con il rapporto alle Camere sulla finanza regionale 2011, il check più aggiornato delle sofferenze debitorie verso i creditori privati da parte del Servizio sanitario nazionale. «Un fenomeno preoccupante e imponente» che rappresenta «un sintomatico indicatore di rischio per la tenuta degli equilibri di bilancio», sottolinea la magistratura contabile. Che a proposito dei ritardi nei pagamenti a fornitori non esita a definire il problema «di dimensione patologica». L`analisi della Corte dei conti – anticipata in un ampio servizio dell`ultimo numero del settimanale «Il Sole-24 Ore sanità» – riguarda l`esposizione debitoria di tutti gli enti del Ssn (Asl, ospedali, policlinici, Irccs) che a fine 2010, includendo anche quelli per mutui e verso aziende sanitarie extraregionali, aveva raggiunto i 53 miliardi. Di questa somma, le pendenze verso i fornitori privati, rappresentano la fetta preponderante. Anche se nel computo totale della Corte dei conti per il 2011 mancano, perché non trasmessi dalle regioni, i valori dei debiti verso i fornitori di quattro Regioni con la sanità commissariata (Lazio, Campania, Abruzzo, Calabria) e di un`altra (la Sicilia) sotto piano di rientro dal disavanzo. Per tutte le altre Regioni, con l`eccezione della Liguria che ha fatto segnare un calo del debito del 9%, il 20U ha fatto segnare ancora una volta una crescita che varia dal +0,24% della Lombardia (2,5 miliardi di esposizione totale) al +20,5% della Puglia (1,99 miliardi) tra le Regioni ordinarie, e dal +1,9% del Friuli Venezia Giulia (238,7 milioni) al +11,4% della Sardegna tra quelle speciali. Di qui l`aumento esponenziale del debito della sanità regionale verso i fornitori. Se (ottimisti- camente) le cinque Regioni che non hanno fornito i dati avessero mantenuto nel 20Uun`esposizione pari a quella del 2010 (18,8 miliardi in totale), il debito verso i fornitori di Asl e ospedali nel 20u avrebbe toccato quota 37 miliardi (+1,5 miliardi sul 2010). Se, invece, molto verosimilmente il debito anche in quelle cinque Regioni è cresciuto al ritmo fatto reg

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