Un aspetto fra i tanti di questa vicenda mi ha molto colpito.
La “cricca” aziende-sindacato ( con l’esclusione della sola Fiom CGIL) hanno di fatto steso una trappola gigantesca ai lavoratori italiani di ogni settore tentando con il referendum proposto ai lavoratori della Fiat di far ingoiare l’ingoiabile alla classe lavoratrice italiana.
Nel nome di una ripresa economica e lavorativa auspicata da tutti gli italiani, si è tentato di cancellare tutti gli sforzi ed i sacrifici dei lavoratori che hanno permesso e permettono a tutti noi di avere un minimo di sicurezza sociale e di ammortizzatori sociali in caso di crisi vere o presunte dei vari settori economici.
I più esperti parlano di attentato alla legge 300 ed allo statuto dei lavoratori, ma volendo mantenerci in un ambito meno tecnico, in realtà ed in soldoni si è cercato di “cinesezzare” i lavoratori italiani, decurtandone molti diritti oramai acquisiti e mettendoli in condizioni di lavorare di più spendendo molto meno.
Per fortuna il tentativo della “cricca” sembra essere andato alla malora, ma in questo momento il tentativo è quello di “vendere” ai lavoratori il fallimento della “cricca” come un risultato favorevole.
Leggendo su internet sul sito http://lavoroprivato.cobas.it/ si scopre che le nude cifre dicono che tra astenuti , NO, schede nulle e bianche , il rifiuto dei lavoratori di Pomigliano va oltre il 40% !
Ecco i numeri :
aventi diritto al voto 4881
votanti 4642
SI 2888
NO 1673
nulle 59
bianche 22
Ci dispiace per la “cricca” ma i lavoratori italiani pur necessitando di lavorare e guadagnare non sembrano essere disposti a capitolare. Non dimentichiamoci poi che moltissimi dei votanti in una zona particolarmente disagiata come quella del Sud Italia hanno pensato solo al lavoro e non ad altro.
Noi isf, dovremmo prendere esempio da questi lavoratori. Anziché tenere la testa dentro la sabbia dovremmo avere il coraggio di reagire, in maniera urbana ed educata, ma reagire anziché piagnucolare e lamentarsi.
Leandro Puliti
26.06.2010