Importante pronuncia della Corte dei Conti (sezione Liguria – sentenza 281, 2006): l’iperprescrizione non è colpa professionale. Il medico non deve quindi rispondere di colpa in quanto non effettua errori diagnostici o terapeutici, ma semplice irregolarità amministrativa. Secondo la Corte dei Conti i piani terapeutici hanno il carattere di “indicazioni”. In questo modo i medici curanti possiedono un margine di discrezionalità nella valutazione degli indirizzi terapeutici provenienti dalle competenti strutture sanitarie, che consente loro di adottare le soluzioni terapeutiche che meglio si adattano al caso in esame.
“Abbiamo una pronuncia che ci fa ben sperare nel futuro, si legge in una nota Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani). Ciò alleggerisce la nostra pratica burocratica quotidiana e ci solleva dal pericolo di essere sempre oggetto di accuse e condanne. Ovvio il rispetto delle leggi – continua il portavoce del sindacato – ma dobbiamo anche tenere presente quali sono le condizioni di lavoro quotidiane del medico di medicina generale tra l’incudine del giudice penale e il martello delle sanzioni amministrative.
Ci auguriamo – conclude la nota – che si possa aprire un dialogo con le autorità competenti per semplificare le norme sanitarie-amministrative in modo da rendere lineare l’operato dei medici e il controllo degli organi competenti.