Il recente caso di un dirigente specialista ortopedico in servizio presso l‘Asp di Ragusa corrotto da un industria
Uno dirigente specialista ortopedico delle Asp di Ragusa prescriveva farmaci [NdR: non sono farmaci] e prodotti di determinate industrie sanitarie in cambio di beni e favori. È solo l’ultimo recente caso che ha acceso i riflettori sulla corruzione nel sistema del sanitario nazionale. Un sistema prettamente pubblico dove soprattutto nel campo di ricerche farmaceutiche e sperimentazione è importante l’investimento di industrie private. Capitali che spesso causano diversi fenomeni corruttivi più o meno gravi, si pensi ad esempio al caso Parma del 2017, che si sono diffusi purtroppo con l’arrivo della pandemia e l’investimento statale di 14,13 miliardi di euro nella sanità.
A fronte di questa cifra secondo l’Autorità Nazionale AntiCorruzione, solo 5,55 miliardi risultano aggiudicati mentre dell’altro 60% non si sa nulla. Un’indagine delle stessa autorità nazionale conferma l’esistenza in periodo di pandemia di sprechi, criticità, irregolarità e inefficienze. Il tutto evidenziando che incredibilmente ” si deve registrare soltanto in 7 casi su 311 il ricorso all’applicazione di penali o risoluzioni contrattuali ed un solo caso di segnalazione all’ANAC di esclusione per mancato possesso dei requisiti ovvero per grave inadempimento”. Vigeva dunque durante la pandemia, come denunciato da Libera, una forma di tolleranza diffusa con il solo 3,5 % di dipendenti della sanità, venuti a conoscenza di attività corruttive, che abbiano denunciato.
Dati ancora non conoscibili che potrebbero pregiudicare la corretta assegnazione dei fondi e il monitoraggio dei titolari dei progetti. Infine la missione 6 del Pnrr prevede un sistema sanitario più radicato nel territorio e più efficace nel rispondere alle esigenze dei cittadini che necessitano di cure. Cittadini, che, spiega la Savini, “devono però essere ascoltati e coinvolti nel processo di definizione delle diverse soluzioni, affinché non si corra il rischio di definire un sistema inefficace”. (fonte Metropolitan Magazine)
Firenze, ricette falsificate: maxi truffa di due farmacisti
Chiesto il rimborso al sistema sanitario per migliaia di confezioni di medicinali mai prescritte. Le indagini dei carabinieri del Nas
Firenze, 1 maggio 2022 – Rischiano guai grossi due farmacisti di Firenze e Arezzo sospettati di truffa al sistema
Antibiotici, antidepressivi, anticolesterolo, antipertensivi, antidiabetici. Una lista lunghissima di farmaci tra i più utilizzati, non troppo costosi, proprio per evitare di inciampare in eventuali verifiche. Con la stretta alla spesa farmaceutica data dalla Regione Toscana, infatti, anche i medici sono più attenti e verificano scrupolosamente la coincidenza tra farmaci prescritti e il resoconto mensile che viene loro attribuito.
La farmacia aretina invece sarebbe stata agganciata dai carabinieri del Nas nel corso di controlli sulla spesa sanitaria. Le indagini sono in corso e in Regione Toscana è già stata insediata un’apposita commissione di verifica che si occuperà anche di sollecitare i medici a utilizzare la ricetta elettronica che, diversamente da quella rossa, mette in rilievo immediatamente eventuali manomissioni o aggiunte fraudolente.
In pratica i farmacisti avrebbero aggiunto svariate migliaia di prescrizioni sulle centinaia di ricette, applicando le fustelle adesive presenti sulle confezioni di medicinali, con le quali poi ottenere il rimborso dal sistema sanitario. Da verificare anche come poi le confezioni venissero rimesse in commercio e su quale mercato, visto che a quel punto erano prive della fustella.
Il meccanismo che sarebbe stato messo in piedi dai farmacisti di Firenze e Arezzo è più o meno analogo a quello già utilizzato per truffare il sistema sanitario nazionale. (fonte La Nazione)
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