Prospettive della ricerca, remunerazione dell’innovazione e accesso alle terapie
Roma, 20 aprile 2015 ore 10,30-13.00
Censis – Piazza di Novella 2 – Roma
Introduce:
Giuseppe De Rita– Presidente Censis
Carla Collicelli – Segretario Generale Forum per la Ricerca Biomedica
Ne discutono:
Massimo Scaccabarozzi – Presidente Farmindustria
Pierluigi Navarra – Università Cattolica del Sacro Cuore
Stefano Vella – Direttore Dipartimento del Farmaco, Iss
Americo Cicchetti – Università Cattolica del Sacro Cuore
Francesco De Lorenzo – Presidente Favo
Il prolungamento della vita e le elevate aspettative dei cittadini, dei malati e degli operatori sanitari, pongono con urgenza il tema della valorizzazione dell’innovazione terapeutica e farmacologica e quello della effettiva disponibilità dei nuovi farmaci per i pazienti che ne hanno bisogno. Lo studio del Forum per la Ricerca Biomedica del Censis affronta gli aspetti più importanti della questione: ruolo dei soggetti coinvolti nelle diverse fasi del processo, piste di lavoro prioritarie per la ricerca di base e per quella applicata, evoluzione dei processi regolatori, modalità di remunerazione dell’innovazione in fase di immissione sul mercato, accesso da parte dei pazienti alle terapie innovative. Dati originali verranno illustrati sulle molecole innovative e sui problemi dei pazienti nell’accesso ai farmaci.
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Per il 35% degli italiani la copertura pubblica per i farmaci è insufficiente, per il 79% sono troppi i medicinali per patologie gravi a carico dei pazienti. E quando si scopre un nuovo principio attivo, mediamente dopo 15 anni di ricerca, servono in media 427 giorni dopo l’approvazione a livello comunitario per arrivare all’uso effettivo (solo 109 nel Regno Unito)
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È invece problematica la percezione degli italiani relativa alla copertura pubblica dei medicinali. La disponibilità di farmaci garantiti dal Servizio sanitario nazionale è giudicata insufficiente dal 35,2% dei cittadini (e la percentuale sale al 53,8% tra le persone meno istruite). Il 78,8% ritiene che sono troppi i farmaci necessari per patologie gravi a carico dei pazienti. L’83% pensa che il ticket penalizzi le persone malate. Il 58% dichiara di aver subito un aumento della spesa di tasca propria per la sanità negli ultimi anni. E il 65% indica proprio i farmaci come voce di spesa in aumento a carico delle famiglie. Oggi è pari al 27,6% la quota di italiani che hanno ridotto l’acquisto di farmaci da pagare di tasca propria.
La ricerca in campo oncologico è la più diffusa nel mondo: si prevede che al 2018 gli studi in fase di sperimentazione clinica saranno concentrati per il 38% sull’oncologia, mentre tutti gli altri settori si manterranno sotto la soglia del 10%. Anche in Italia la sperimentazione sulle patologie neoplastiche costituisce il principale ambito di ricerca. Nel nostro Paese nel 2012 erano in corso 697 studi clinici per la sperimentazione di farmaci innovativi, finanziati per il 67,7% dalle imprese e per il 32,3% da enti non profit. Nel 2013 il numero degli studi clinici in corso era pari a 583, con una concentrazione prevalente nell’area delle neoplasie (35%). Sono poi allo studio 403 prodotti biotecnologici, di cui 169 in area oncologica.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo promossi dall’industria farmaceutica in Italia ammontano a 1,2 miliardi di euro, pari al 4,2% degli investimenti totali effettuati in Europa, mentre il numero degli addetti impiegati in tali attività è pari a 5.950 (il 5,5% del totale). Nei principali Paesi europei si investono più risorse (in Germania il 19,1% degli investimenti in ricerca e sviluppo europei, il 18,1% nel Regno Unito, il 15,3% Francia) e si impiega un numero di addetti superiore (il 21,2% nel Regno Unito, il 18,8% in Germania, il 18,7% in Francia).
Resta irrisolto il problema della sostenibilità dei costi a circo del Servizio sanitario nazionale per i farmaci innovativi. Si tratta di costi elevati, soprattutto quando la platea dei pazienti destinatari è ampia. Gli investimenti diretti possono superare un miliardo di euro, arrivando a 2,6 miliardi se si aggiunge il costo del capitale investito nella ricerca. Ma solo 2 farmaci innovativi su 10 consentono di ammortizzare i costi di ricerca e sviluppo. Il recente caso del farmaco anti-epatite C (Sofosbuvir) è emblematico. Il costo di un ciclo terapeutico è pari a 37.000 euro per le strutture pubbliche, ma lo stanziamento aggiuntivo del governo per questa terapia è stato finora di circa un miliardo di euro per due anni, che si ritiene permetterà di coinvolgere circa 50.000 malati, rispetto a una platea complessiva stimata in circa 1,5 milioni di persone ha hanno contratto il virus e a un numero di malati con diagnosi di epatite C superiore a 300.000.
Questi sono i principali risultati del Monitor Biomedico 2015, realizzato dal Censis nell’ambito delle attività del Forum per la Ricerca Biomedica, presentati oggi a Roma da Carla Collicelli, Segretario Generale del Forum per la Ricerca Biomedica, e discussi da Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, Pierluigi Navarra, Direttore dell’Istituto di Farmacologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Stefano Vella, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità, Americo Cicchetti, Direttore di Altems dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Francesco De Lorenzo, Presidente di Favo, e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis.
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