Bancomat obbligatorio, l’onere per un professionista può arrivare a 180 euro all’anno

Nella mattinata di mercoledì, è stata approvata alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati la risoluzione sull’obbligo di accettare pagamenti anche tramite carte di debito.

Da un minimo di 25-60 euro all’anno fino a un massimo di 120-180 euro: a tanto ammonta l’onere medio che un professionista, così come un esercizio commerciale, deve sostenere per dotarsi di un Pos. Il dato è emerso da un tavolo istituito qualche giorno fa dal ministero dello Sviluppo economico con Bankitalia e istituti di credito.

È da circa un mese che professionisti e commercianti sono obbligati ad accettare i pagamenti in moneta elettronica se il cliente lo richiede e se gli acquisti o le prestazioni superano il valore minimo di 30 euro. Non si tratta dunque di una novità, ma c’era la necessità di fare chiarezza sui costi di servizio e a questo obiettivo ha risposto il tavolo ministeriale. Si sono distinti due tipi di costi: fissi e variabili. Le spese fisse sono legate all’apparecchio stesso e sono determinate dalla tecnologia utilizzata per il collegamento e dalle funzionalità che la postazione è in grado di offrire. Il numero e l’ammontare delle transazioni effettuate e il tipo di circuito utilizzato influiscono invece sulle spese variabili. È intanto entrato in vigore il decreto del dicastero delle Finanze che sollecita le banche emittenti carte di credito e di debito a fare trasparenza riguardo alle commissioni interbancarie applicate alle transazioni di pagamento. Dovrà anche essere garantita la confrontabilità delle commissioni; le tariffe dovranno essere periodicamente riviste (almeno a cadenza annuale) in relazione al volume e al valore delle operazioni.

Infine, nella mattinata di mercoledì, è stata approvata alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati la risoluzione sull’obbligo di accettare pagamenti tramite carte di debito. La risoluzione impegna il governo ad assicurare un abbattimento dei costi fissi del terminale Pos, eventualmente anche mediante forme di defiscalizzazione che contemplino il riconoscimento di un credito d’imposta.

Renato Torlaschi

Venerdì, 01 Agosto 2014 -. Doctor33

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