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L’altro ieri Maurizio Romani, Alessandra Bencini, Luis Orellana, Marino Mastrangeli ed altri senatori eletti nel 2013 con il movimento di Beppe Grillo, hanno presentato una mozione in cui chiedono al Governo di lasciare ai lavoratori la possibilità di certificare essi stessi le assenze brevi “per semplificare la normativa vigente sulle modalità di attestazione degli stati di inabilità temporanea al lavoro non direttamente verificabili e documentabili dal medico”.
La seconda richiesta è di modificare l’articolo 55 quinquies del decreto legislativo 165/2001 che prevede le sanzioni per i medici che nell’iter certificativo non avessero “direttamente constatato ed oggettivamente documentato” lo stato di malattia del paziente. Una nuova disposizione di legge dovrebbe eliminare l’automatismo tra la sentenza definitiva di condanna da una parte e la radiazione dall’albo, il licenziamento o la decadenza dalla convenzione dall’altra, “privilegiando un procedimento disciplinare che consenta all’ordine o alla struttura sanitaria pubblica di competenza di graduare l’applicazione della sanzione disciplinare tenendo nella giusta considerazione il riferimento al caso concreto”.
Nessun commento per ora dalla Federazione degli ordini che pure, esattamente sei anni fa in audizione alla Camera, aveva richiamato il Legislatore a tener conto del fatto che in alcuni casi anche avendo il paziente davanti non è possibile documentare oggettivamente alcune patologie, ad esempio certe temporaneamente invalidanti come l’emicrania, e quindi potessero mancare i presupposti quantomeno per la sanzione disciplinare al medico. Di certo c’è che, istituzionalmente, la mozione non può essere discussa in Commissione (dove gli strumenti di indirizzo disponibili sono la risoluzione e l’ordine del giorno) e se il voto sarà positivo impegnerà il Governo a cambiare il decreto del 2001.