Un altro anno da dimenticare, il 2016, per il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione: in dodici mesi, infatti, il comparto porta a casa un doppio segno meno, nei consumi (292 milioni di confezioni vendute, -3,9%) e nel giro d’affari (2,4 miliardi di euro, -1,9%). I dati arrivano da Assosalute su elaborazione QuintilesIms, e danno conto di quella che la stessa associazione dei produttori definisce la «contrazione più importante dal 2012». Inutile, sui totali, il balzo in avanti registrato nell’ultimo trimestre dell’anno (+1,7% a volumi e +3,3% a valori) per il boom di sindromi influenzali e da raffreddamento: anche se a dicembre i consumi sono cresciuti addirittura del 9,3%, le perdite dei trimestri precedenti – legate a una stagione 2015-2016 deludente – non sono state recuperate.
Invariati, invece, gli equilibri tra i canali di vendita: la farmacia rimane il punto di vendita preferito dal consumatore che acquista farmaci senza obbligo di ricetta (il canale si assicura il 91,2% delle vendite a volumi e il 92,5% a valori). La farmacia e la parafarmacia, però, evidenziano una contrazione delle vendite allineata all’arretramento del mercato nel suo complesso, i corner della gdo invece mostrano performance in netta crescita. Per quanto riguarda le classi terapeutiche, i farmaci per la cura delle sindromi da raffreddamento, gli analgesici e i farmaci contro i disturbi dell’apparato gastrointestinale rimangono le principali categorie del mercato e cumulano oltre il 75% delle vendite a volumi e quasi il 69% di quelle a valore.
«Il risultato negativo del 2016» commenta la presidente di Assosalute, Agnès Regnault (foto) «dimostra che il comparto fatica a trovare leve di crescita e di sviluppo sul lungo periodo. Tuttavia, lo sviluppo della più estesa area del self-care conferma che nel pubblico resta alta l’attenzione alla cura e al benessere. I farmaci di automedicazione possono avere un ruolo importante nell’accrescere l’autonomia e la consapevolezza del consumatore, senza contare che una strategia di sviluppo dell’automedicazione può supportare la sostenibilità del Sistema sanitario, assicurando ai cittadini strumenti terapeutici sicuri ed efficaci per i piccoli disturbi di salute».
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