Assogenerici, no a modifica norme su sostituibilità. Sunifar, basta querelle su sostituzione
Redazione Fedaiisf
“Se il medico appone la dicitura ‘non sostituibile’ il farmacista non può dispensare un farmaco differente da quello prescritto, mentre se non c’è questa indicazione può sostituire il farmaco solo se ne esiste in commercio un altro equivalente a un prezzo più basso”
AssoGenerici “comprende le preoccupazioni rappresentate da Federanziani a proposito del cosiddetto zapping farmaceutico”, ma non “condivide la proposta di modificare le norme sulla sostituibilità”.
Secondo Enrique Häusermann, presidente dell’associazione che rappresenta le imprese attive in Italia nella produzione di medicinali equivalenti, “le diverse norme oggi in vigore disegnano un quadro molto chiaro: se il medico appone la dicitura ‘non sostituibile’ il farmacista non può dispensare un farmaco differente da quello prescritto, mentre se non c’è questa indicazione può sostituire il farmaco solo se ne esiste in commercio un altro equivalente a un prezzo più basso.
Se il medico indica un preciso farmaco equivalente, indicando molecola e produttore, il farmacista non ha alcun motivo o possibilità di consegnare un altro medicinale, in quanto i generici hanno di norma il medesimo prezzo. Infine, se si indica soltanto la molecola, il farmacista può consegnare il generico di cui dispone.
Mantenere la possibilità di indicare il solo principio attivo appare come una misura razionale, nel momento per esempio in cui si prescrive un farmaco per condizioni acute o quando si instaura una nuova terapia, nel qual caso la cosa più importante è avviare subito l’assunzione del medicinale”.
Orlandi: basta querelle su sostituzione, la norma permette ovviare a carenze
Una querelle che torna a infiammare medici, pazienti, aziende e farmacie e la cui ultima puntata ha visto Assogenerici rispondere a Federanziani. Lo scontro è sempre quello, la prescrizione per principio attivo introdotta dalla legge 135/2012 che – è l’ultima uscita sul tema dello Snami, il secondo sindacato della medicina generale – romperebbe la «continuità terapeutica del medico», «creando confusione nel paziente» per via di «confezioni con differenti scritte, colori e dimensioni», tanto da generare la richiesta che «il Medico torni ad essere il solo prescrittore dei farmaci ai propri pazienti» senza che «altri intervengano interferendo nella sua scelta terapeutica». «Vorrei sottolineare» è la risposta di Alfredo Orlandi, presidente Sunifar «che proprio la norma sulla sostituibilità ha permesso, in molti casi, di poter consegnare comunque la terapia al paziente anche nel caso di carenza di farmaci. Noi farmacisti sappiamo bene l’impatto di un cambiamento nell’aspetto della pillola per il paziente e in particolare per l’anziano – ricordo per esempio le difficoltà che ci sono state nell’accettare l’eliminazione della colorazione pur sulla stessa capsula – e per questo quando effettuiamo una sostituzione lo facciamo con mille avvertenze e fornendo tutto il nostro supporto al paziente, anche scrivendo sulla confezione indicazioni. Detto questo lancio una provocazione: se si vuole ovviare alla situazione si potrebbe portare l’esperienza che c’è oltreoceano dello sconfezionamento dei farmaci». Detto questo, «ribadisco ancora una volta che il farmacista, nel contesto rurale ma anche in quello urbano, non è solo farmacista di fiducia, ma è farmacista di famiglia, un punto di riferimento per il paziente che va oltre la sola assistenza sul farmaco, e si estende a 360° in ambito sanitario e sociale. Il farmacista non solo conosce il paziente, la sua terapia, ma conosce il suo contesto famigliare e segue il paziente in maniera continuativa, con un’alta frequenza e anche su patologie per le quali il paziente non si reca dal medico».